Arte

A Brescia la mostra che racconta la resistenza palestinese

«Material for an Exhibition. Storie, memorie e lotte dalla Palestina e dal Mediterraneo» sarà ospitata a Santa Giulia dall’8 novembre al 22 febbraio. L’esposizione fa parte del programma del Festival della Pace
Dina Mattar, «The Peace», opera rimasta  sotto le macerie di Gaza durante i bombardamenti del 2023
Dina Mattar, «The Peace», opera rimasta sotto le macerie di Gaza durante i bombardamenti del 2023
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Al Museo di Santa Giulia, dall’8 novembre al 22 febbraio, si terrà la mostra «Material for an Exhibition. Storie, memorie e lotte dalla Palestina e dal Mediterraneo», un evento di grande rilevanza curato da Sara Alberani e promosso dal Comune di Brescia e dalla Fondazione Brescia Musei. L’esposizione, parte dell’ottava edizione del Festival della Pace, porta in città opere di artisti palestinesi e libanesi che raccontano storie di conflitto, memoria e resistenza nella regione mediorientale.

Le opere in mostra

Tra le opere più significative, si trovano quelle salvate dal bombardamento di dicembre 2023 della galleria Eltiqa, una delle prime realtà per l’arte contemporanea nella Striscia di Gaza, fondata da Mohammed Al-Hawajri e Dina Mattar, entrambi presenti in mostra. Nonostante la distruzione dello spazio, alcuni lavori sono stati recuperati e ora esposti come testimonianza di una culturalità resistente, nonostante la guerra.

Mohammed Al-Hawajri utilizza pittura e disegno per intrecciare vita quotidiana e memoria storica palestinese, con opere che combinano ironia e denuncia, mentre Dina Mattar esprime attraverso colori intensi e figure femminili la forza della quotidianità e degli affetti a Gaza, in uno scenario di continua privazione. Entrambi rappresentano con le loro opere non solo la sofferenza, ma anche la speranza e la lotta.

Haig Aivazian, «Still from All of your Stars are but Dust on my Shoes», 2021
Haig Aivazian, «Still from All of your Stars are but Dust on my Shoes», 2021

Accanto a loro, l’artista libanese Haig Aivazian presenta opere multimediali che esplorano i meccanismi di potere e controllo tra Medio Oriente e Occidente, come l’installazione video All of the Lights (2021) e l’opera 1440 Tramonti in 24 Ore (2017/2021), che evoca sistemi di sorveglianza tecnologica. La mostra si concluderà con le opere di Emily Jacir, artista palestinese insignita del Leone d’oro alla Biennale di Venezia del 2007, che con installazioni come Material for a Film (2005-in corso) e Memorial to 418 Palestinian Villages restituisce un forte messaggio di memoria collettiva e resistenza culturale.

Emily Jacir, «We Ate the Wind», 2023
Emily Jacir, «We Ate the Wind», 2023

Arte come strumento di solidarietà

Questo progetto espositivo supera gli stereotipi e i luoghi comuni sul Medio Oriente, mostrando l’arte come strumento di solidarietà e di costruzione di nuove narrazioni mediterranee, invitando il pubblico a riflettere su alternative possibili ai conflitti e sulle forme di resistenza culturale. Una sfida di grande attualità, che riguarda non solo le aree direttamente coinvolte, ma tutta la comunità internazionale.

La mostra è resa possibile grazie a importanti prestiti da collezioni internazionali e si avvale della collaborazione e del sostegno di enti pubblici e privati per proporre un’esperienza artistica e culturale coinvolgente e critica.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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