Emiliano Rinaldini, l’invito a guardare con lucida coscienza al domani
Il 10 febbraio 1945, il «ribelle per amore» Emiliano Rinaldini venne ucciso a Belprato, in Valle Sabbia, dai colpi di mitra sparati dai fascisti. A lui e a Giulio Bevilacqua - il padre dell’oratorio della Pace in cui Rinaldini si era formato - è dedicato il collegio della Famiglia Universitaria promosso dalla Fondazione Tovini, a sua volta fondata da un altro maestro di Rinaldini, il professor Vittorino Chizzolini.
Il volume
Fondazione Tovini e Famiglia Universitaria pubblicano ora un libro, «Ottant’anni dal sacrificio di Emiliano Rinaldini» (Studium edizioni, 112 pagine, 13 euro): un volume a più mani, agile e divulgativo, nato - come spiega il presidente Michele Bonetti - «con un’ambizione esigente: essere letto da intelligenze giovani che, percorrendo i fondamentali del nostro passato, abbiano la tenacia di capire dove siamo, per guardare con coscienza lucida al domani». L’opera è stata presentata ieri in città, nel palazzo Martinengo delle Palle, in un incontro coordinato da Livia Cadei (Università Cattolica), promosso dalla Tovini in collaborazione con Associazione Fiamme Verdi, Comune di Brescia - è intervenuto l’assessore Federico Manzoni - e Federazione italiana volontari della libertà.
Quella ripercorsa nel volume - lo ha sottolineato Marco Rodondi, responsabile della Famiglia Universitaria - «non è la storia di un eroe solitario, ma di una comunità di amici e fratelli cresciuti nei valori sociali e cristiani, per i quali Rinaldini ha donato la vita». Nelle pagine si ritrovano i caratteri «di una figura vitale e viva» per il presidente nazionale della Fivl, Roberto Tagliani. Un martire che ha incarnato nel concreto «l’umanità, il coraggio e l’impegno civile e spirituale auspicato dalla Preghiera del Ribelle scritta nel 1944 da Teresio Olivelli».
«Spiritualità e azione» si coniugano nelle scelte di Rinaldini, secondo lo storico Paolo Corsini: «Il suo entusiasmo morale si traduce nella volontà di vivere l’esperienza della ribellione, per acquisire la dimensione piena dell’amore come etica della libertà». Rinaldini visse, da cristiano, la Resistenza come una «guerra alla guerra», nella quale «l’uso della violenza era finalizzato a un mondo in cui la guerra potesse essere abolita». Poté così guardare con pietà ai morti di entrambe le parti, ma «senza perdere il criterio della distinzione» tra gli oppressori e chi cadeva nel nome della libertà.
Valori
Se Rinaldini seppe «vivere in modo intenso la dimensione della misericordia», fu grazie ai valori trasmessigli dall’educazione familiare e dal magistero di Chizzolini e dei Padri della Pace. Il pedagogista Giuseppe Bertagna, dell’Università di Bergamo, ha evocato ieri la rilevanza di un pensiero che «pone al cuore della storia di ogni uomo la centralità dell’uomo Cristo»; e che parlando di «popolo» si riferisce a «coloro che pensano che su questa terra non si gioca tutta la vita: c’è un “oltre” che la Chiesa deve tutelare superando le parzialità».

Tra i valori risalta il ruolo essenziale di quella «piccola Chiesa» costituita dalla famiglia. Poi amore e carità, perché «la pietas cristiana coincide con la caritas», e ne dà conto la capacità che ebbe Rinaldini di non infierire inutilmente sui nemici. Ancora: l’umiltà, «distinta dall’umiliazione, in quanto scelta morale che coinvolge tutta la personalità». E la consapevolezza che «uno solo è il maestro, il Cristo. Nessun uomo può essere maximus, buono e giusto in senso assoluto; ma nessuno è minus, perché tutti siamo creati a immagine e somiglianza di Dio».
Eredità
Nel contributo che conclude il volume, sulla scorta dell’esempio di Rinaldini, monsignor Giacomo Canobbio invita i giovani a ribellarsi alla pura logica del potere: «Non per fare spazio a un potere alternativo escludente, bensì per riconoscere a tutti il posto che loro spetta secondo la loro dignità». In nome di un’altra logica, quella dell’amore, inteso «come dedizione finalizzata a costruire una società più giusta e fraterna».
Dopo la presentazione del volume, nella vicina chiesa di San Luca si è tenuta una messa, presieduta da mons. Carlo Bresciani, per il 41° anniversario della scomparsa del prof. Vittorino Chizzolini, che di Emiliano Rinaldini fu amico e maestro.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.