Emiliano Rinaldini, ribelle per amore: esempio per le generazioni

Il nome di Emiliano Rinaldini si ritrova nelle vie, nelle scuole, nelle aule universitarie e nei sentieri di montagna ma non tutti conoscono la figura di questo giovane che a 23 anni fu ucciso dai nazi-fascisti sulle montagne della Valle Sabbia.
Maestro cattolico, formatosi nell’ambiente educativo oratoriano dei padri filippini della Pace, Rinaldini fu redattore della rivista «Scuola Italiana moderna», discepolo di Vittorino Chizzolini, partigiano delle Fiamme Verdi. Nel centenario della sua nascita, nel calendario ricco di iniziative a ricordo del giovane maestro, partigiano «ribelle per amore», pur con leggero ritardo a causa delle prescrizioni anti Covid, la scuola primaria a lui dedicata in città nel quartiere Leonessa, ha riunito nel suo ampio cortile una sessantina di alunni che hanno cantato l’inno nazionale, sventolando il Tricolore, davanti alle autorità comunali, agli alpini ed ai rappresentanti delle Fiamme Verdi.
Una cerimonia semplice, ma molto significativa a sottolineare alle giovani generazioni il valore degli uomini che diedero la vita per la Resistenza agli oppressori nazi-fascisti in nome della libertà.
«Per Emiliano Rinaldini, la vita sui monti, nella quotidianità così come nei momenti più aspri, è stata una lotta per la vita – ha raccontato l’assessore all’Istruzione, Fabio Capra -. A spronarlo sono stati l’amore per le persone e la volontà di proteggerle, mai l’odio per i nemici. Lui e tutti quei combattenti della resistenza che gli assomigliano sono l’incarnazione del “ribelle per amore” di cui parla il resistente Teresio Olivelli nella sua preghiera».
Un ringraziamento particolare dalla dirigente scolastica Anna Maria Testa è stato rivolto agli alpini della sezione della Volta ricordando lo scomparso capogruppo Giancarlo Marino, autore di una pubblicazione distribuita a tutti i bambini del plesso (erano presenti alla cerimonia il figlio e la vedova) e a Monica Rovetta delle Fiamme Verdi che ha voluto consegnare ai giovanissimi «la responsabilità di scegliere la libertà come fecero Rinaldini e molti suoi compagni di lotta».
«La famiglia Rinaldini – ha concluso il sindaco Emilio Del Bono – decise subito da che parte stare anche a costo della vita (un fratello di Emiliano morì a 22 a Mauthausen). Perché ricordate che la libertà non ci è data in regalo per sempre. Spetta a noi difenderla. Dobbiamo certo gioirne, perché libertà e democrazia sono un gesto quotidiano d’amore».
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