Cinema

Netflix acquista Warner Bros: cosa cambia per il mondo del cinema

Cristiano Bolla
Terremoto a Hollywood: la piattaforma streaming ha annunciato di aver rilevato uno degli studi storici dell’industria e la sua sconfinata libreria di film e serie tv
I loghi di Netflix e Warner Bros
I loghi di Netflix e Warner Bros
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Nelle ultime ore le indiscrezioni si erano fatte sempre più insistenti: la piattaforma Netflix stava trattando in esclusiva per l’acquisto di Warner Bros. Discovery, dopo settimane segnate dal pressing di Paramount e Comcast, entrambe intenzionate a inserirsi nella partita per rilevare uno degli studi più storici e influenti di Hollywood. Paramount aveva proposto di mantenere Warner Bros. come realtà autonoma impegnata nella produzione di almeno 14 film all’anno destinati alle sale, mentre Comcast puntava sull’integrazione con la propria capillare rete distributiva cinematografica. Ma alla fine è stata Netflix a spuntarla, confermando ufficialmente un accordo che segna uno dei passaggi più significativi degli ultimi anni nell’industria dell’intrattenimento.

I dettagli dell’accordo

L’intesa, riportata dall’azienda con un comunicato congiunto, prevede l’acquisizione di Warner Bros., inclusi gli studi cinematografici e televisivi, HBO e HBO Max (piattaforma che arriverà in Italia a gennaio), per 27,75 dollari per azione WBD, pari a un equity value di 72 miliardi di dollari e a un enterprise value complessivo di 82,7 miliardi. Il closing richiederà la conclusione dello spin-off della divisione Global Networks – Discovery Global – atteso nel terzo trimestre del 2026, dopo il quale l’operazione potrà completarsi nell’arco di 12-18 mesi.

Netflix non acquisisce soltanto uno studio, ma una delle library più vaste al mondo: dai classici «Casablanca» e «Quarto Potere» ai franchise contemporanei «Harry Potter», «Friends», «The Big Bang Theory», «I Soprano», «Game of Thrones» e l’intero universo DC. Un patrimonio che andrà a integrarsi con il catalogo Netflix, che include titoli come «Stranger Things», «Squid Game», «Mercoledì», «La Casa di Carta», «Bridgerton» ed «Extraction», segnando la prima volta in cui la piattaforma potrà contare su uno studio pienamente operativo con distribuzione teatrale.

Le ambizioni

Le dichiarazioni ufficiali mettono in chiaro le ambizioni dell’operazione. Ted Sarandos, co-Ceo di Netflix, afferma: «La nostra missione è sempre stata quella di intrattenere il mondo. Combinando l’incredibile libreria di serie e film di Warner Bros. – dai classici senza tempo come Casablanca e Citizen Kane ai successi moderni come Harry Potter e Friends – con i nostri titoli che definiscono la cultura come Stranger Things, KPop Demon Hunters e Squid Game, saremo in grado di farlo ancora meglio. Insieme, possiamo offrire al pubblico più di ciò che ama e contribuire a definire il prossimo secolo di storytelling.»

Il co-Ceo Greg Peters aggiunge: «Questa acquisizione migliorerà la nostra offerta e accelererà il nostro business per i decenni a venire. Warner Bros. ha contribuito a definire l’intrattenimento per oltre un secolo e continua a farlo grazie a straordinari dirigenti creativi e capacità produttive. Con la nostra portata globale e un modello di business consolidato, possiamo far scoprire a un pubblico più vasto i mondi che creano».

Dal lato Warner Bros. Discovery, il Ceo David Zaslav nel comunicato aggiunge: «L’annuncio di oggi unisce due delle più grandi realtà dello storytelling mondiale per portare a un pubblico ancora più vasto l’intrattenimento che ama di più. Per oltre un secolo, Warner Bros. ha emozionato il pubblico, catturato l’attenzione globale e plasmato la nostra cultura. Unendoci a Netflix, ci assicureremo che le persone di tutto il mondo possano continuare a godere delle storie più significative per le generazioni future».

Le polemiche

Nel frattempo, negli Stati Uniti esplodono già le prime polemiche. Un gruppo anonimo di produttori di primo piano ha inviato al Congresso una lettera di forte allarme, avvertendo che l’acquisizione potrebbe provocare «un collasso economico e istituzionale» nell’industria cinematografica. Secondo il documento, Netflix rischierebbe di «distruggere» il mercato theatrical riducendo drasticamente la finestra di esclusiva in sala dei film Warner Bros.; alcune fonti parlano di un possibile passaggio in streaming dopo sole due settimane, mentre altre negano un ridimensionamento così drastico. I produttori sostengono che Netflix arriverebbe a «stringere un cappio attorno al mercato cinematografico», con conseguenze sulla tenuta delle sale e sul valore delle licenze post-teatrali.

La lettera cita anche una dichiarazione di Sarandos del 2023: «Portare le persone al cinema non è il nostro business». L’appello al Congresso chiede che la fusione sia sottoposta «al massimo livello di scrutinio antitrust», sottolineando che in gioco ci sono «milioni di posti di lavoro e una forma d’arte preziosa». Una battaglia politica e industriale è dunque destinata ad accompagnare ogni fase dell’iter approvativo. Se l’operazione dovesse superare tutti gli ostacoli regolatori, Netflix non acquisirebbe soltanto uno studio tanto storico quanto leggendario, ma riscriverebbe profondamente il futuro dell’intrattenimento.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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