Cinema

«L’estate dei segreti perduti», la serie col finale che non ti aspetti

Cristiano Bolla
L’adattamento del bestseller di E. Lockhart è arrivato in streaming: un teen drama che mescola Succession, Gossip Girl e un cult anni ‘90
L'estate dei segreti perduti - Foto Amazon Prime
L'estate dei segreti perduti - Foto Amazon Prime
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Arrivata su Prime Video il 18 giugno 2025, «L’estate dei segreti perduti» è una nuova serie in otto episodi basata sul bestseller «We Were Liars»di E. Lockhart, fenomeno letterario young adult che ha conquistato milioni di lettori in tutto il mondo. Dietro al progetto ci sono Julie Plec e Carina Adly MacKenzie, nomi già noti agli appassionati di drama seriale, che firmano un adattamento fedele nello spirito ma capace di introdurre elementi nuovi e più adulti.

La storia

Al centro della storia c’è Cadence Sinclair Eastman, giovane erede di una ricca e potente famiglia americana, i Sinclair, che ogni estate si ritrova con i parenti su un’isola privata al largo del Massachusetts. Un anno dopo un misterioso incidente che le ha causato un’amnesia, Cadence torna sull’isola per cercare di ricostruire la verità su ciò che è accaduto. Il racconto si sviluppa in un continuo intreccio tra presente e passato, mentre l’ombra di un segreto terribile aleggia sulla sua memoria frammentata.

L’ambientazione

L’ambientazione esclusiva, fatta di ville su spiagge bianche, brunch aristocratici e tensioni familiari sottotraccia, ricorda da vicino «Succession», una delle serie fenomeno degli ultimi anni, vincitrice di numerosi premi la cui trama ruota attorno agli eredi di un impero mediatico guidato da Logan Roy (Brian Cox); in più, all’ambientazione «L’estate dei segreti perduti» aggiunge una patina più pop e adolescenziale che riporta alla mente «Gossip Girl» — e non è un caso, visto che a interpretare Cadence è Emily Alyn Lind, già vista nel recente reboot della serie cult. A rendere tutto più intrigante è il taglio thriller della narrazione, che richiama invece «Veronica Mars», altra icona teen con una protagonista alle prese con un trauma e una memoria danneggiata. In questo contesto, «L’estate dei segreti perduti» riesce a costruire una tensione psicologica efficace, che porta lo spettatore in un’atmosfera tanto sfarzosa quanto malinconica e misteriosa.

I punti di forza

Tra i punti di forza della serie spicca l’ampliamento delle dinamiche familiari rispetto al libro originale, una scelta che in parte arricchisce il racconto: le madri delle giovani protagoniste assumono un ruolo centrale, e viene introdotto il personaggio di Rosemary, una sorella scomparsa da tempo che contribuisce ad alimentare il senso di perdita. La trama offre anche spazio a temi contemporanei che inizialmente sembrano passare inosservati, dando anche la sensazione che come serie sia fuori tempo massimo. Piano piano, però, emergono il razzismo, l’ipocrisia sociale e l’identità sessuale, con sottotrame nuove rispetto al romanzo, ma coerenti con l’ambientazione elitaria e repressiva dei Sinclair.

I limiti della serie 

Tuttavia, non mancano i limiti. L’andamento risulta talvolta troppo frammentato, con un montaggio che alterna flashback e presente in modo poco fluido, generando confusione soprattutto nei primi episodi. Anche l’approfondimento delle figure adulte, pur interessante, rischia in alcuni momenti di rallentare il ritmo e diluire la tensione principale, così come non aiutano certe esagerazioni fuori scala persino per il contesto elitario in cui è calata la storia, come ad esempio quando l’intera famiglia partecipa ad una caccia ai limoni in cui viene messa in palio l’intera isola. Il tono drammatico è inoltre pervasivo e costante, lasciando poco spazio a momenti più leggeri o di respiro, cosa che potrebbe pesare su una parte del pubblico.

L’equilibrio

Nel complesso, «L’estate dei segreti perduti» riesce a trovare un equilibrio tra fedeltà al materiale originale e innovazione narrativa. La presenza dell’autrice E. Lockhart come produttrice esecutiva garantisce una coerenza di fondo, mentre le modifiche introdotte si inseriscono in un contesto coerente e consapevole. Una serie che, pur con qualche sbavatura strutturale, offre un’esperienza coinvolgente e ricca di tensione, destinata a piacere a chi cerca un teen drama raffinato, visivamente curato e attraversato da un enigma capace effettivamente di tenere incollati fino alla fine senza sforzo, ripagando l’attenzione con un durissimo colpo di scena.

La seconda stagione

Al momento non è stato confermato se ci sarà una seconda stagione. Il materiale per proseguire non manca, considerando che E. Lockhart ha scritto un prequel intitolato «Family of Liars» (e anche un terzo uscito nel 2025, «We Fell Apart»), ambientato negli anni ’80 e incentrato sulla generazione precedente. Briciole di questo racconto sono state effettivamente sparse per tutta la stagione, però è lecito chiedersi se sia opportuno proseguire: la forza della prima stagione risiede anche nel suo finale compiuto ed emotivamente molto incisivo, e un’eventuale continuazione dovrebbe misurarsi con il rischio di annacquare quell’impatto per inseguire nuovi sviluppi narrativi.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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