Cinema

Gli anime tra cinema e serie tv: un fenomeno in costante crescita

Cristiano Bolla
I prodotti animati giapponesi non sono più un fenomeno di nicchia: lo dimostra la popolarità che film e serie stanno riscuotendo nelle sale italiane e in streaming
Anime - © www.giornaledibrescia.it
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Negli ultimi anni gli anime (termine che indica generalmente i prodotti animati giapponesi spesso adattati da popolari manga) hanno conquistato un posto di rilievo nel panorama globale, passando da fenomeno di nicchia a pilastro della cultura cinematografica e televisiva internazionale. Questo successo si riflette non solo nella diffusione di vecchie e nuove serie sulle piattaforme di streaming e nell'arrivo sempre più frequente nelle sale italiane di film proposti soprattutto in lingua originale, ma anche nei dati economici di un settore che continua a espandersi.

Secondo una serie di analisi convergenti, il mercato globale degli anime è oggi valutato tra i 34 e gli 82 miliardi di dollari (la cifra varia a seconda della metodologia adottata, ma resta importante) e tutte le fonti concordano su una proiezione di forte crescita: le stime più ottimistiche prevedono che il valore dell’intero comparto possa superare i 200 miliardi di dollari entro il 2034, con un tasso di crescita annuale vicino al 10%.

A trainare questa espansione è un insieme di fattori, come la disponibilità crescente di titoli in streaming e la varietà di generi che attraggono fasce di pubblico sempre più ampie. Una miniera d’oro che dal Giappone sta conquistato il resto del mondo.

L'anime DanDaDan
L'anime DanDaDan

Le piattaforme digitali hanno giocato un ruolo fondamentale in questa trasformazione, rendendo disponibili anche in Italia centinaia di titoli che un tempo circolavano solo grazie al passaparola o all'importazione amatoriale.

Tra le produzioni più recenti, una delle sorprese è «DanDaDan», adattamento animato del manga di Yukinobu Tatsu che ha saputo fondere azione, commedia e paranormale con uno stile visivo iper-cinetico e un tono scanzonato ma incisivo. La serie si è distinta negli scorsi mesi per i personaggi eccentrici e alcune scene ben oltre il limite dell’assurdo. Il successo di «DanDaDan», già confermato dal via libera a una seconda stagione attesa a luglio 2025, testimonia come anche le produzioni meno convenzionali trovino oggi spazio grazie alla distribuzione globale su piattaforme come Crunchyroll (casa prediletta dai fan degli anime, acquistata da Sony per 1,17 miliardi di dollari nel 2021) o Netflix.

Oltre a campioni assoluti e immortali come «One Piece» e il franchise di «Naruto», un altro genere che sta conoscendo nuova vitalità è quello sportivo. In Giappone questo filone ha una lunga tradizione che parte da «Capitan Tsubasa» (meglio noto dalle nostre parti come «Holly e Benji») e arriva fino ai giorni nostri, segnati dal successo di titoli più moderni e accattivanti come «Blue Lock», anime calcistico che ha completamente sovvertito le regole del genere: ambientato in un centro di allenamento progettato per creare il miglior attaccante del Giappone, la serie ha riscosso enorme popolarità anche in Italia grazie al suo approccio quasi psicologico al mondo dello sport, che lo avvicina più a un thriller competitivo che a un classico anime motivazionale. Con milioni di spettatori in patria e non solo, «Blue Lock» rappresenta la svolta del settore verso storie più adrenaliniche, spettacolari e in sintonia con l’estetica contemporanea.

Per restare sempre nell’ambito ma cambiando sport, negli ultimi tempi si è imposto anche il possibile erede dell’indimenticabile «Mila e Shiro - Due cuori nella pallavolo»: si chiama «Haikyu!! - L’asso del volley» ed è diventato un fenomeno di vendite nel settore manga, al punto da conquistare nuovo spazio in tv grazie a quattro stagioni e due film; il secondo, «Haikyu!! Battaglia all'ultimo rifiuto» è arrivato al cinema a metà 2024 con grossi risultati in termini di incasso.

Parallelamente al boom dello streaming, infatti, anche il cinema sta diventando uno spazio privilegiato per la diffusione degli anime. In Italia, le uscite evento organizzate da distributori come Nexo Digital, Anime Factory e Lucky Red hanno permesso a molti film giapponesi di arrivare in sala con risultati incoraggianti. Il 2024 è stato segnato dall’enorme successo di «Il ragazzo e l’airone», ultimo film del maestro Hayao Miyazaki in grado di incassare circa 7 milioni di euro al botteghino italiano, per poi vincere anche l’Oscar come Miglior film d’animazione.

Un personaggio di Jujutsu Kaisen
Un personaggio di Jujutsu Kaisen

Negli ultimi dieci anni sono andati benissimo anche gli anime di noti franchise come «Captain Harlock», «Doraemon» e l’immancabile «Dragon Ball», ma recentemente c’è stato spazio anche per titoli come l’adattamento del leggendario manga sportivo «Slam Dunk» («The First Slam Dunk», campione d’incassi globale con 246 milioni di dollari: un risultato straordinario) e nuovi fenomeni come «Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba – The Movie: Mugen Train» (il maggior incasso di sempre per un anime, con 507 milioni di dollari nel mondo nel 2020), «Suzume» (323 milioni nel 2022) e «Jujutsu Kaisen 0» (196 milioni nel 2021).

L’universo degli anime, insomma, una volta confinato soprattutto al mercato home video, è oggi parte integrante dell’intrattenimento globale. Che si tratti di serie distribuite in streaming o di film proiettati in sala, il successo di questo genere non è più un fenomeno marginale, ma un indicatore chiaro di come stia cambiando il gusto del pubblico. Grazie ad una crescita economica vertiginosa e a titoli sempre più vari disponibili anche su grande schermo, gli anime continuano a espandersi, raccontando storie universali attraverso un linguaggio visivo inconfondibile. E il pubblico italiano, un tempo ristretto a pochi curiosi, oggi fa parte a pieno titolo di questo movimento globale.

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