Cinema

«Adolescence», «The Studio» e «The Pitt» sbancano gli Emmy

Francesco Fredi
Ovazione per Stephen Colbert, esonerato dal «Late show» per compiacere Trump
Il cast di «Adolescence» - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
Il cast di «Adolescence» - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
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Ai settantasettesimi Primetime Emmy Awards, gli... Oscar della televisione americana di prima serata che – complice la conduzione evanescente di Nate Bargatze – erano parsi fin lì totalmente avulsi dall'emergenza socio-politica-culturale degli Usa e del mondo, ci sono voluti verso fine serata l'intervento di Cris Abrego, presidente della Television Academy, e la statuetta di Miglior Talk Show a Stephen Colbert - conduttore dello storico Late Show, da poco defenestrato dalla CBS con espressa soddisfazione di Donald Trump - per portare la realtà dentro la cerimonia di domenica scorsa al Peacock Theater di Los Angeles.

Colbert ha scherzato: «C'è qualcuno che offre un contratto? Ho portato il curriculum...»; poi, ritirando il premio col pubblico in piedi ad applaudire: «Grazie CBS d'avermi permesso di far parte della storia del Late Show che spero continuerà dopo di me. Ti amo America: anche se cercano di buttarti giù, cerca di resistere e ce la farai». Rimarchevole anche l'appello di Mary Steenburgen ritirando (con Ted Danson) il Premio Bob Hope per l'impegno filantropico: «Se non vogliamo vivere nella paura dobbiamo aiutare le realtà che aiutano a tornare ad amore e solidarietà. Ricordare al mondo la speranza è impegno sacro». E l'attore Colman Domingo ha esortato: «L'arte non è solo intrattenimento, ma liberazione».

I premiati

In diretta sulla CBS, in streaming su Paramount+ e in contemporanea italiana su Sky (senza studio di esperti a commentare), l'evento della Television Academy (oltre 26 mila soci votanti i premi) ha visto fra le principali statuette (26 categorie!) quella di Miglior serie comedy a The Studio di Apple TV+, satirico spaccato del mondo produttivo hollywoodiano. E di Miglior serie drammatica al medical The Pitt (dal 24 settembre su Sky e NOW); mentre Miglior serie breve è risultata Adolescence di Netflix, su un delitto nel mondo minorile invelenito dai social.

I vincitori sul fronte degli interpreti sono: Noah Wyle come Miglior attore in una serie-drama per The Pitt; Seth Rogen in una comedy per The Studio; e Stephen Graham in una miniserie (Adolescence). E Migliori non protagonisti: Tramell Tillman per la drammatica Severance-Scissione; Jeff Hiller per la comedy Somebody Somewhere; e il sedicenne Owen Cooper per la miniserie Adolescence.

Fra le donne: Britt Lower è Miglior attrice in serie-drama per Severance; Jean Smart in una comedy per Hacks. Migliori non protagoniste: Katherine LaNasa drammatica in The Pitt; Hannah Einbinder nella comedy Hacks; Cristin Milioti ed Erin Doherty nelle miniserie The Penguin e Adolescence. La serata ha festeggiato i 50 anni dello show Saturday Night Live (331 nomination nella sua storia finora) e il suo creatore Lorne Michaels; 25 anni della comedy Una mamma per amica; i 35 del poliziesco Law&Order.

Critiche

Al di là degli asettici ringraziamenti con foglietto in mano, la svolta c'è stata col discorso di Cris Abrego, a capo dell'Academy, che prima ha denunciato l'abolizione del finanziamento alla Corporation for Public Broadcasting che da 50 anni coordina le reti locali Usa, «deciso per mettere a tacere l'ennesima istituzione culturale» dal governo Trump; poi ha sottolineato: «In un'epoca in cui la divisione è padrona, la tv non solo riflette sulla società, ma forgia la cultura... Dobbiamo ricordare cosa c'è in gioco... Gli artisti hanno sempre avuto il potere di allargare il ruolo della tv nello sfidare lo status quo e piegare l'arco della Storia verso la giustizia. Portiamo alta la bandiera di questo potere e usiamolo responsabilmente: restare neutrali oggi non è sufficiente, dobbiamo usare la nostra voce per connettere, includere, essere empatici».

E ha concluso: «La cultura non viene dall'alto, ma sorge dal basso, appartiene alla gente... bisogna far passare più voci, non meno. Continuiamo a narrare storie ed emozioni, assicuriamoci che la cultura non sia per privilegiati, ma bene pubblico di tutti». Perle fra scontati lustrini...

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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