Una mostra, due sedi: Mille Miglia tra arte e fratture ancora aperte

Un’unica mostra, in due parti. Una al Mo.Ca, l’altra al Museo Mille Miglia. Due volti della stessa esposizione, due cornici diverse, un solo obiettivo: rendere visibile ciò che per decenni è rimasto dietro le quinte. Eppure l’arte ha finito per riflettere – e forse accentuare – la distanza tra le realtà che orbitano attorno alla Freccia rossa.

Il cuore della corsa

«Heart of the Race. Master Mechanics of the Mille Miglia» è il titolo dell’installazione firmata dalla fotografa americana Elizabeth Kahane, presentata ufficialmente nella sede di viale della Bornata. Una mostra nata sul campo, o meglio sull’asfalto, durante i cinque giorni dell’edizione 2024 della Mille Miglia.

L’artista ha seguito i meccanici lungo il percorso, con un piccolo team – assistente, lighting designer, autista e giornalista – per documentare il lavoro di chi, senza riflettori, tiene in vita le auto storiche. Ne è nata una galleria di ritratti intensi, scattati in contesti mobili e a volte precari: officine all’aperto, strade secondarie, momenti concitati tra una riparazione e l’altra. «La passione – ha spiegato Kahane – è l’unica vera forza motrice di questi uomini. Per molti, è una vocazione di famiglia. La Mille Miglia è nel loro Dna».

L’inaugurazione

All’inaugurazione erano presenti la sindaca Laura Castelletti, il giornalista e volto tv americano Donald Osborne – legato all’Audrain Museum di Newport – il presidente del museo Davide Peli, la direttrice Maria Bussolati e l’artista stessa. Ma al di là del clima festoso, l’occasione ha riportato in superficie le distanze che da tempo segnano i rapporti tra il museo da una parte e Aci Brescia e 1000 Miglia srl dall’altra.

Il progetto, pur concepito come unitario, è stato presentato prima al Mo.Ca e inserito nel programma ufficiale della Mille Miglia. La tappa al museo – sebbene centrale per contenuti e ambientazione – è arrivata dopo, e senza riconoscimento formale. Un dettaglio che, in un contesto già segnato da tensioni, ha contribuito ad alimentare il disagio.

Museo e Fondazione

Il museo, come noto, non fa parte della Fondazione Mille Miglia. La sua esclusione dal circuito «ufficiale» si trascina da tempo e ha risvolti anche giuridici: «Siamo in attesa di una sentenza che chiarisca il tema del nostro nome, del marchio e di ciò che possiamo legittimamente rappresentare – ha spiegato Peli –. Ma intanto non possiamo restare fermi. Questo museo ha una storia da raccontare e una funzione da svolgere».

Una funzione che, nelle parole del presidente, non si limita alla conservazione. «Non siamo l’organizzazione della gara, né un punto d’iscrizione. Ma siamo il presidio culturale della Mille Miglia storica, quella del 1927-1957. E vogliamo restare ancorati a Brescia, evolvendo nella proposta e nei pubblici a cui ci rivolgiamo. La mostra di Kahane, in questo senso, è esemplare».

I meccanici

«Heart of the Race» mette al centro i meccanici: figure fondamentali ma raramente rappresentate. «Sono loro il cuore della corsa – ha detto ancora Peli –. E ci fa piacere che questo racconto parta proprio da qui». Anche per Osborne, che alla Mille Miglia ha partecipato più volte, «questa mostra coglie l’essenza dell’evento. Non solo auto splendide, ma le persone che le tengono in vita».

Intanto, sullo sfondo, si prepara un nuovo passaggio istituzionale. Nei prossimi giorni in Loggia, su iniziativa della sindaca Castelletti, sarà convocato un tavolo tra Comune, Provincia, Camera di Commercio, Aci Brescia, Museo e Fondazione Mille Miglia, per valutare l’ingresso di nuovi soggetti nella compagine della Fondazione, attualmente composta dal solo socio Aci. Potrebbe essere l’occasione anche per ricucire i rapporti tra Aci e Museo. Anche se la strada per ora sembra più che mai in salita.