Cultura

Omar Pedrini ambasciatore per Brescia a Monaco, anche se amareggiato

Mentre in città ci sarà Mattarella per il via a Capitale della Cultura 2023, lo Zio Rock sarà in Francia con Giorgio Pasotti
Omar Pedrini e Giorgio Pasotti sulla locandina dell’evento in Francia
Omar Pedrini e Giorgio Pasotti sulla locandina dell’evento in Francia
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Omar Pedrini ambasciatore di Brescia nel Principato. Non «contro». Ma «nonostante». Venerdì 20 gennaio lo Zio Rock sarà a Monaco, al Théâtre des Variétés, su invito del locale comitato della società Dante Alighieri, per un «evento in onore della nomina di Bergamo e Brescia a Capitale italiana della Cultura 2023». Con lui, l’attore Giorgio Pasotti, bergamasco, e la documentarista Valeria Cagnoni.

L’appuntamento coinciderà con la presenza nella nostra città del presidente Sergio Mattarella: quel giorno, così, Pedrini sarà lontano. «Qualcuno, soprattutto se a conoscenza del fatto che mie proposte non hanno avuto fortuna e che ho scelto convintamente di non fare parte della passerella in piazza a Brescia del 21 gennaio, potrebbe pensare ad una presa di distanza dalla mia amata città...». Lo ha scritto, via social, lo stesso Omar, proprio mentre dava notizia del «graditissimo invito», ricevuto e accettato, da parte del sodalizio «che protegge la cultura italiana nel mondo».

Un post che fa il paio con quello di venerdì, quando - nel riprendere l’articolo di Alberto Albertini sul nostro giornale sulle occasioni perse nel tempo - Pedrini ringraziava per la citazione del «Brescia Music Art», che «per alcuni anni ho regalato alla mia città», e ammetteva di aver sperato in una sua ripresa, nella doppia ricorrenza della Capitale e dei 25 anni dalla prima edizione, aggiungendo: «Ma il BMA non sembra che verrà ricordato».

Nessuna fuga all’estero come forma di reazione, comunque. Scrive ancora Pedrini: «Senza alcuno spirito polemico, che non mi appartiene, e mentre ringrazio il caro Presidente, ho ritenuto che, per Brescia, che amo profondamente come una madre, fosse preferibile un mio ruolo di ambasciatore, quale mi è stato chiesto da una prestigiosa istituzione, piuttosto che diventare un semplice addendo nelle cerimonie inaugurali, dove tra tanti colleghi bresciani (e ahimè nessun collega bergamasco) non si sentirà la mia mancanza».

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