Torna lo sfuso: dal cibo al sapone, a Brescia la spesa è senza sprechi

In principio c’erano Le Sfuse, pioniere dello sfuso a Brescia, che aprirono il loro primo negozio nel 2014 in via San Faustino: un piccolo esperimento di consumo consapevole, fatto di dispenser trasparenti colmi di legumi, semi, pasta, frutta secca e dal profumo del sapone alla spina. Una realtà ispirata da ciò che le due fondatrici avevano visto a Berlino, dove i negozi «unverpackt» erano già diffusi e raccontavano un modo nuovo di fare la spesa: più sostenibile e consapevole.
Quell’esperienza pionieristica durò solo pochi anni – forse complice lo spopolamento del centro storico con l’apertura del mall Elnòs, che aveva spostato altrove la geografia dello shopping cittadino – ma lasciò un segno. Perché ciò che allora poteva sembrare un vezzo da metropoli nord-europee, oggi è tornato ad avere senso e forza: in un tempo in cui la crisi ambientale e la ricerca di equilibrio guidano sempre più le scelte quotidiane, anche i bresciani possono riscoprire un gesto antico, che porta con sé valori di misura, cura e responsabilità.
I negozi di sfuso

Oggi, infatti, i negozi di sfuso non sono più luoghi eccentrici o di nicchia, ma veri e propri laboratori del quotidiano sostenibile, in cui l’acquisto torna ad essere un gesto ragionato in cui si pesa, si misura, si riempie e si ricarica. Nelle sfuserie si può trovare veramente di tutto: dagli alimenti biologici, ai prodotti di erboristeria, fino ai detergenti per la casa, ai cosmetici per la cura della persona e agli articoli destinati agli animali domestici. La filosofia è semplice: acquistare solo ciò che serve, riducendo gli sprechi e privilegiando la qualità rispetto alla quantità.
Nel cuore della città, in via Fratelli Porcellaga, ha da poco aperto Nullo, trasferitosi dalla prima sede di Salò per portare a Brescia tutto il suo universo di prodotti biologici alimentari e per la cura della casa, della persona e del bambino, rigorosamente zero waste (il termine inglese che significa, al tempo stesso, «rifiuto» e «spreco»). In via Trento c’è Senza Fronzoli Sfuseria (con sede anche a Desenzano del Garda) e Sapori alla Spina con la sua vendita di aceti, oli, liquori e distillati sfusi in piccole botti di legno. Rimanendo in tema di mescita, troviamo sempre in città le enoteche sfuse Vini Sfusi Vin Più in via San Polo e la Vineria Brescia in via Leonida Bissolati.
In provincia ci si può invece rivolgere alla Biosfuseria di Cellatica, alla Bottega Lenta di Colombare e alla Bottega Sostenibile di Marone. Ognuna di queste realtà rappresenta un insieme di valori che racconta un modo diverso di stare al mondo. Lo sfuso non è semplicemente una scelta biologica o ecologica: è un gesto che sostiene le piccole economie di quartiere, promuove il chilometro zero e che libera di strati e strati di plastica e di packaging primari e secondari. Una forma di resistenza garbata, che restituisce consapevolezza all’acquisto.
Niente plastica
«Qui tutto è 100% plastic free e 100% vegetale» racconta Federica Oliva, founder di Nullo. «Il mio negozio è per chiunque voglia avvicinarsi, anche solo un po’, a uno stile di vita più sostenibile, che sia per la salute personale, per il pianeta, per scegliere uno svezzamento più etico per la propria prole o per orientarsi verso prodotti plant based». Continua Federica: «Lo spreco non riguarda solo il packaging, ma anche il modo in cui acquistiamo. Qui puoi provare un nuovo prodotto comprandone anche solo un etto, così da evitare di ritrovarti in dispensa mezzo chilo di qualcosa che poi non ti piace. Gli alimenti golosi sono certamente tra i prodotti più amati, ma c’è molto entusiasmo anche per tutti quegli accessori che compri una volta e poi più, come per esempio il tappetino da forno riutilizzabile, le coppette mestruali o le cannucce in acciaio».

Ma chi sono i bresciani che si avvicinando a questo genere di attività? «Dividerei la mia clientela in due grandi categorie, sia per età che per motivazioni» spiega. «Da una parte ci sono i più giovani, quelli cresciuti con Greta Thunberg, molto sensibili ai temi della sostenibilità ma con un potere d’acquisto più limitato. Sono loro che magari vengono a fare piccoli acquisti, scegliendo con attenzione, e investendo principalmente su prodotti riutilizzabili, come le borracce. Dall’altra parte c’è una clientela più adulta, che ha maggiore disponibilità economica e si avvicina per motivi diversi: forse il tema ambientale li tocca un po’ meno, ma cercano qualità, desiderano mangiare meglio e prediligono il biologico».
La scelta di un consumo responsabile, per Federica, si concretizza in tanti piccoli gesti di sostenibilità etica, ambientale e sociale. «Abbiamo attivato dei punti di ritiro gratuiti mensili dislocati in tutta la provincia – conclude – pensati per chi vuole acquistare sfuso e al contempo spostare una sola macchina, la mia. In città invece collaboriamo con Fischietto Delivery, che consegna prodotti di vario genere con la sua cargo bike».
Nei grandi supermercati
Discorso a parte, quello dello sfuso nella grande distribuzione organizzata, comparso qualche anno fa e poi rapidamente sparito. A resistere, proponendo questa formula, restano solo alcune realtà, come la catena di supermercati biologici NaturaSì, la cui filosofia – quella del biologico integrale e del consumo consapevole – si avvicina ai principi di sostenibilità condivisi dalle sfuserie.
Nei grandi supermercati, invece, l’esperimento non ha mai attecchito davvero. Le ragioni sono tante e intrecciate: la gestione dei dispenser in uno spazio così dispersivo richiede costi e controlli elevati, standard igienici stringenti e personale dedicato. Ma c’è anche un tema di abitudine e percezione: la spesa contemporanea è veloce, standardizzata, guidata dagli spot e spesso «di passaggio», mentre lo sfuso richiede tempo, e attenzione. Così, mentre nei supermercati il modello sfuso si ritira, nelle botteghe di quartiere continua a sopravvivere come un gesto di resistenza gentile: una forma diversa di prendersi cura di sé e degli altri, attivandosi concretamente verso un cambiamento che non può più essere rimandato.
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