Cucina

Arriva «el Panadì», il pane bresciano dall'unione di 7 fornai

È una ricetta con grano di alta qualità frutto di un accordo tra sindacato, Molino Piantoni e Coldiretti:
ARRIVA EL PANADI'
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Ha la forma di un abbraccio che si «nutre» della voglia di ripartire insieme dalle cose semplici, quotidiane e genuine. Si chiama «panadì» ed è il nuovo pane a filiera corta bresciana «sfornato» ieri, in Camera di Commercio, da Coldiretti, Sindacato Panificatori dell’Associazione Artigiani e Molino Piantoni.

Massimo Albano, direttore di Coldiretti Brescia, l’ha presentato come «un prodotto tracciato, certificato, buono e sicuro». Viene realizzato per ora in sette fornerie (F.lli Coffinardi e Rebuschi di Bagnolo, La Veneziana di Brescia, Cobelli di Mazzano, Lazzaroni di Rovato, Zanotti di Torbole e F.lli Dordoni di Dello) con la farina (grezza di Tipo 1) macinata dal Molino Piantoni di Chiari partendo dal grano prodotto dalle aziende Arturo Lazzaroni a Rovato, Marco Vermi di Coccaglio e Daniele Lanzani di Corzano. Il prezzo minimo di vendita consigliato è 6,50 euro al chilo perché, come ha detto Lazzaroni, «contiene un grano di alta qualità che ha costi di produzione superiori».

Per Francesco Mensi, presidente del Sindacato, «el Panadì» ha il sapore del pane di una volta. All’iniziativa ha applaudito il presidente della Camera di Commercio Roberto Saccone: «In questo pane, frutto di un lavoro durato due anni, c’è tutto quello che serve all’economia: alzare la qualità, progettare un’offerta distintiva e fare sistema. In più mantiene in vita una tradizione artigiana». L’ha sottolineato anche Bortolo Agliardi, presidente dell’Associazione Artigiani: «Ai bresciani basta sentire "panadì" per immaginare l’incontro, il pane del giorno. Pane che, per chi ha visto la guerra, è stato un miraggio, una fonte di vita».

Il contesto in cui «el Panadì» viene lanciato non è semplice: come hanno sottolineato Glaudo e Claudia Piantoni «il grano scarseggia e i costi raddoppiano». I bresciani consumano 104 grammi di pane al dì, meno dei 120 grammi di 10 anni fa e dell’attuale media italiana (120 g.). 

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