Zanardi (Pd): «A dettare l’agenda delle priorità sia una regia pubblica»

Il dossier ciclo idrico è destinato a rimanere in cima alle priorità per i prossimi anni. Lo sanno bene gestori ed authority (non a caso il presidente dell’Ato di Brescia, Paolo Bonardi, ritiene essenziale pensare alla realizzazione dei bacini idrici, ma chiarendo che «l’Ufficio d’ambito non ha competenze al riguardo» e individua come strategico un sistema di mutuo soccorso tra Comuni), ma lo sa bene anche la politica. Da anni ormai le coalizioni si trovano faccia a faccia con provvedimenti che hanno destato non poche polemiche (depurazione, caro bollette, emergenza acqua).
A intervenire sul tema con una proposta è il segretario provinciale del Pd Michele Zanardi: «Un anno fa, in un periodo segnato da significative difficoltà idriche dovute a emergenza climatica e siccità, si dibatteva su come la crisi idrica potesse stimolare l’innovazione nella gestione dell’acqua. In quel frangente, per superare la situazione di stallo politico, proponevo la possibilità di adottare una terza via: una holding totalmente pubblica, con società operative sul territorio, capaci di mettere in campo competenze e risorse per colmare le carenze che ancora oggi sono presenti sul nostro territorio», alias: dispersione idrica e depurazione.
E ora Zanardi rilancia, sollecitando un confronto politico: «La capacità politica - dice - deve andare oltre la visione di una gestione del ciclo idrico limitata alla captazione, alla distribuzione e depurazione dell’acqua: deve saper costruire alleanze di crescita e sostegno anche con settori cruciali come quello agricolo e industriale, specie perché sono sempre più necessari investimenti mirati» per ridurre lo spreco dell’oro blu. In questo contesto, «è essenziale investire per la costruzione di nuovi pozzi e bacini idrici che possano fungere da salvaguardia nei periodi di scarsità delle risorse, valutare modalità nuove di riutilizzo dell’acqua depurata e investire sulla distribuzione idrica nel settore agricolo».
In che modo? «La decisione non può ridursi solo a una necessità operativa, ma deve essere una scelta politica consapevole e lungimirante: serve il giusto coinvolgimento attivo delle società sotto la guida di obiettivi politici chiari e condivisi. Questo non significa che la politica debba essere commissariata dalle società che oggi gestiscono il servizio, ma l’esatto contrario: credo che queste ultime si debbano mettere a disposizione per elaborare la soluzione auspicata». Anche perché - chiarisce - «l’obiettivo è rispondere al bisogno della popolazione bresciana garantendo un costante miglioramento del servizio, con un costo sempre più sostenibile. Rimettendo al centro bisogni e visione».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@Buongiorno Brescia
La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.
