Verziano, l’idea di espropri per dare più aria al carcere

Un tavolo per parlare di carcere. In particolare della ristrutturazione di Canton Mombello e dell’ampliamento di quello di Verziano per il quale il governo ha messo sul piatto 40 milioni di euro. L’ha convocato il prefetto Andrea Polichetti. Vi hanno partecipato gli attori istituzionali interessati alla realizzazione dei progetti che, secondo almeno le intenzioni, dovrebbe offrire una risposta concreta all’emergenza carceraria degli ultimi decenni.
Al tavolo, oltre alla sindaca Laura Castelletti, sedevano il presidente della Corte d’appello Giovanna Di Rosa, il procuratore generale Guido Rispoli, il procuratore della Repubblica Francesco Prete, la presidente del Tribunale di Sorveglianza Monica Cali, la direttrice delle carceri bresciane Francesca Paola Lucrezi, il questore e i comandanti provinciali dell’Arma dei carabinieri e della Guardia di Finanza e i delegati del provveditorato alle opere pubbliche di Regione Lombardia. A questi ultimi è toccato il compito di illustrare lo stato di avanzamento dei progetti già finanziati e prossimi alla loro esecutività.

Il nodo degli spazi ricreativi
Le presidenti del Tribunale di Sorveglianza e quella della Corte d’appello (a lungo presidente del Tribunale di Sorveglianza di Milano) e la direttrice delle carceri bresciane, segnalando le criticità del progetto di ampliamento di Verziano mediante la realizzazione di un nuovo padiglione all’interno del perimetro occupato dall’istituto di pena, si sono dette preoccupate per il sacrificio degli attuali spazi ricreativi, essenziali per il fine educativo della pena.
Nel corso dell’incontro – ha riferito chi vi ha partecipato – le parti avrebbero convenuto circa la necessità di quegli spazi o di spazi analoghi, destinati alle stesse finalità. Si sarebbe quindi fatta largo l’ipotesi dell’esproprio di terreni adiacenti alle mura del carcere da destinare a quello scopo. La procedura potrebbe essere agile, non particolarmente dispendiosa e soprattutto non andrebbe ad intralciare il progetto di ampliamento licenziato e finanziato dall’esecutivo. Anzi lo migliorerebbe, colmando le lacune che da più parti gli vengono imputate. Le istituzioni presenti hanno dato la loro disponibilità a collaborare in questa direzione. La parola ora passa al governo.
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