Bracconaggio, Torbiere sotto minaccia: rubati quintali di pesci

Sono organizzati come tutti coloro che esercitano attività di bracconaggio in modo «industriale» e, quando arrivano sul Sebino, prelevano quintali di pesce di ogni genere. Il modus operandi dei bracconieri dell’Est Europa, che vendono pesce d’acqua dolce pescato la sera e pronto la mattina nei mercati a mille chilometri di distanza, è noto. Lo sa bene anche l’ente gestore della Riserva Torbiere del Sebino, perché un gran quantitativo di pesce lo prelevano proprio dal territorio lacustre, alle Lamette.
Arrivano la notte con tre furgoni sui quali ci sono una barca, elettrostorditori e celle frigorifere. Lasciano i mezzi parcheggiati nella zona di Sassabanek e si inoltrano dal lago verso le Lamette, dove i canneti li possono nascondere e fanno razzia di tutto ciò che viene a galla. Poi ripartono verso la rotta balcanica da cui sono stati cacciati quando è stato creato il Parco nazionale del Danubio. Hanno scelto l’Italia perché prima il fiume Po, poi il lago d’Iseo, sono ricchi di quei pesci di cui vanno ghiotti: siluri e carassi. Purtroppo però, se da una parte il prelievo di quelle tipologie di pesce non sarebbe negativa, perché alloctoni e invasivi, con i loro metodi di pesca prelevano di tutto, senza selezionare.
Strategie
Per intercettarli, l’ente Riserva ha l’obiettivo di posizionare delle fototrappole in alcuni punti particolari della zona delle Lamette, ma la strategia più corretta è quella di avere un servizio di vigilanza integrato e presente che possa fungere da deterrente.
«I Carabinieri forestali sono allertati e al corrente, ma sono sempre poche unità. Abbiamo chiesto la presenza in servizio delle Gev, guardie ecologiche volontarie della Provincia ma la risposta è stata che, data l’anzianità, non possono svolgere servizi notturni – spiega il direttore dell’ente Nicola Della Torre –: fortunatamente è recentissimo il decreto di Regione Lombardia che stanzia 10 mila euro per organizzare un corso di guardie ecologiche volontarie della Riserva, che partirà nel prossimo autunno. Nel frattempo abbiamo avuto l’adesione anche dei pescatori del Carp fishing che sono molto attivi e che possono coadiuvare nel controllo».
Task force e corso
Solo così, con un presidio del territorio che faccia capire ai bracconieri che c’è una task force dedicata a disincentivare le loro metodologie di pesca abusiva, forse se ne andranno anche dal Sebino. Intanto, il direttore si ritiene soddisfatto perché il prossimo corso per guardie ecologiche sarà attivato e gestito direttamente dall’ente e quindi le risorse umane saranno formate per le necessità del territorio e rimarranno a disposizione.
Il corso è gratuito ed è rivolto a tutti i cittadini amanti della natura che desiderano dedicare parte del proprio tempo libero alla difesa dell’ambiente e che vogliono impegnarsi ad educare i fruitori della Riserva Naturale al rispetto di questo patrimonio naturalistico così da preservarlo per le future generazioni. Il corso avrà durata di 50 ore circa e si svolgerà principalmente in presenza.
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