Imposta di soggiorno in Valcamonica, chi la applica da Darfo a Ponte

La tassa turistica si paga in un terzo dei Comuni valligiani: come funziona, a cosa serve e quali sono i paesi che l’hanno aumentata
L'Alta Valcamonica - © www.giornaledibrescia.it
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Gli ultimi sono stati Breno e Capo di Ponte, ma agli albori, già diversi anni fa, sono stati i Comuni dell’Alta Valcamonica, trainati da Ponte di Legno; prima ancora c’è stato Darfo, con tutti i suoi alberghi termali a Boario. Tutte le località turistiche camune applicano ormai la tassa di soggiorno (è presente in dodici paesi, circa un terzo del totale dei municipi valligiani).

Breno e Capo di Ponte

A Breno l’istituzione del «balzello» risale a un mese fa, con l’approvazione della delibera e del regolamento, ma la tassa entrerà in vigore solo dall’1 giugno, con l’arrivo dell’estate. Le tariffe sono di un euro per hotel a 1, 2 o 3 stelle e per tutte le strutture extra alberghiere (affittacamere, b&b, agriturismo, piazzole). È più bassa solo per i rifugi, scendendo a 50 centesimi, e più alta per 4 e 5 stelle (un euro e mezzo e due).

A Capo di Ponte era passata a fine novembre, con il beneplacito degli operatori turistici. Anche in questo caso, le tariffe sono calmierate: un euro negli alberghi e bed&breakfast e 50 centesimi nelle aree attrezzate e nei campeggi del territorio.

Aumento a Darfo

Novità anche per Darfo, che dopo dodici anni di tariffe bloccate ha iniziato l’anno con un aumento. La decisione è passata in Consiglio a fine 2024: l’Amministrazione conta d’incassare poco meno di 100mila euro, il doppio rispetto al passato. Le tariffe sono passate a un euro e mezzo per gli hotel a quattro e cinque stelle, mentre per tutte le altre strutture da cinquanta centesimi a un euro.

La tassa di soggiorno è stata istituita un anno fa a Corteno Golgi e a Borno, che ne aveva discusso già a partire dal 2020, ma l’aveva bloccata per il difficile periodo del turismo post pandemia: sull’Altopiano si parla di 50 centesimi per i rifugi e un euro e mezzo per i quattro stelle.

Chi ci guadagna

Gli incassi più solidi sono, senza dubbio, quelli che si registrano in Alta Valcamonica, dove nei sei Comuni dell’Unione è entrata in vigore nel 2019. Nel 2023 gli introiti, a Ponte di Legno, sono stati di oltre mezzo milione di euro, mentre a Temù si sono fermati a 83mila euro. Si va da un euro e mezzo per rifugi, b&b, campeggi, agriturismo e alberghi/garnì a una o due stelle fino a 3 euro per i cinque stelle.

Per tutti i sindaci la tassa di soggiorno deve essere «un’opportunità per finanziare investimenti e interventi esclusivamente a favore dell’economia turistica».

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