Paratico, il tarlo asiatico torna all’attacco: tagliati nuovi alberi

Flavio Archetti
L’operazione in corso riguarda tra le 60 e le 70 piante, che verranno sostituite con altre specie resistenti al parassita
Il pioppo abbattuto al parco di via Anna Frank - © www.giornaledibrescia.it
Il pioppo abbattuto al parco di via Anna Frank - © www.giornaledibrescia.it
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La scorsa primavera i tecnici del servizio fitosanitario regionale hanno accertato la presenza del tarlo asiatico anche sul lago d’Iseo, a Paratico, e per ora fortunatamente solo lì in tutta la provincia di Brescia.

Cos’è

Il tarlo asiatico è un flagello che scava cunicoli nei fusti di alcune specie di alberi interrompendo la circolazione della linfa e portando al disseccamento dei vegetali in pochi anni, e quindi va circoscritto per provare a eliminarlo. Per farlo, sul territorio paraticese è stata istituita un’«area delimitata», la quinta della Lombardia dopo quelle di Trescore Balneario, Ghisalba, Treviolo e Grumello del Monte.

Il tarlo asiatico, Anoplophora glabripennis
Il tarlo asiatico, Anoplophora glabripennis

A scovare le colonie di tarli (Anoplophora Glabripennis) sono stati gli stessi tecnici regionali Ersaf, che lo scorso mese di maggio hanno eseguito il taglio di 55 alberi nel centro storico del paese, principalmente aceri, tra il lungolago, i parchi dell’Oselanda e Tengattini e la zona residenziale ex Montalto. L’intervento aveva previsto la cippatura dei fusti e dei rami direttamente sul posto per limitare al massimo il rischio di diffusione. Oggi il problema si è ripresentato e i tecnici sono tornati in azione tra il fine settimana scorso, ieri, oggi e domani.

All’opera

In questi giorni stanno tagliando tra le 50 e le 60 piante aggredite al Vanzago nel parco pubblico di via Anna Frank, soprattutto aceri saccarini e pioppi, e 11 al parco dell’Oselanda di via Risorgimento, in centro. Tra queste anche un grande acero alto circa 25 metri che si trova di fianco all’anfiteatro e alle scuole. Per consentire i lavori il Comune ha istituito la chiusura delle due vie. Come spiegato a suo tempo dal sindaco Carlo Tengattini, «le piante verranno poi sostituite con nuove specie resistenti al parassita, quindi sicuramente non aceri o pioppi, e nemmeno quelle considerate più vulnerabili alle aggressioni», tra cui betulla, ippocastano, olmo, salice, ontano, carpino, faggio, biancospino, platano, rosa e gli alberi da frutta come il melo, il fico domestico, il castagno, il nocciolo, il pruno, il pero e gli agrumi.

Diversamente, invece, non attacca le conifere e la scelta dovrebbe ricadere su alcuni tipi di queste. Con l’istituzione delle aree delimitate, la Regione mette sotto particolare attenzione gli ambiti in cui il tarlo asiatico rivela la sua presenza. Lo fa individuando i punti critici, allargando il raggio di 100 metri attorno alle piante colpite, e stabilendo anche una zona cuscinetto con un secondo raggio di due chilometri oltre il confine degli ambiti infestati. I lavori si svolgono nel rispetto del regolamento dell’Unione Europea, pensato con l’obiettivo di controllare la diffusione di organismi nocivi per l’agricoltura.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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