Il Tarlo asiatico arriva a Brescia: cos’è, cosa fa e come si combatte

Un nemico tanto piccolo quanto pericoloso minaccia foreste e paesaggi urbani in tutto il mondo, e ora ha raggiunto anche la nostra provincia: il tarlo asiatico (Anoplophora glabripennis).
Ad accertarne la presenza sul territorio bresciano sono stati i tecnici del servizio fitosanitario regionale che, per limitarne la diffusione, hanno istituito un area delimitata a Paratico. Questo coleottero, originario dell’Asia, è un prolifico distruttore di alberi, capace di causare gravi danni economici ed ecologici come testimoniato anche dalla campagna di Regione Lombardia «Don’t risk it».
Il Tarlo asiatico
L’Anoplophora glabripennis, comunemente noto come tarlo asiatico (o Asian longhorned beetle), è un coleottero della famiglia dei Cerambicidi. Si distingue dai suoi simili per le sue dimensioni considerevoli (gli adulti possono raggiungere i 3-4 cm di lunghezza) e per le lunghe antenne striate di nero e bianco, spesso più lunghe del corpo stesso. Questi animali sono di colore nero lucido, con macchie bianche irregolari sulle elitre.
Il ciclo di vita del tarlo asiatico dura generalmente uno, massimo due anni. Le femmine depongono le uova in piccole fessure scavate nella corteccia degli alberi ospiti. Le larve, una volta schiuse, scavano all’interno del legno, nutrendosi e crescendo. Questo processo è estremamente dannoso per le piante, poiché viene interrotto il flusso di acqua e nutrienti, portando di conseguenza al progressivo indebolimento e alla morte dell’albero.
Quando le larve sono mature si impupano all’interno del tronco e, una volta diventate adulte, emergono da esso praticando fori di uscita circolari (di circa 1 cm di diametro) nella corteccia. Gli esemplari adulti sono solitamente in grado di volare, anche se per brevi distanze. A questo punto iniziano a nutrirsi di foglie e di corteccia tenera, quella dei rami più giovani, continuando a danneggiare la pianta.
Infestazione
Il tarlo asiatico è un polifago estremamente versatile, capace di infestare un’ampia varietà di specie arboree. Tra le sue vittime preferite figurano aceri, ippocastani, betulle, olmi, platani, salici e pioppi. Proprio per questa sua quasi infinità possibilità di scelta è fondamentale sapere riconoscere precocemente l’infestazione di questo coleottero, così da poter attuare contromisure e contenere la diffusione. I segni più evidenti e facili da individuare sono i fori di uscita circolari (il segno più evidente, di circa 1 cm di diametro, sulla corteccia del tronco e dei rami principali), la segatura o rosura (detta frass, ovvero piccoli cumuli di segatura o detriti lignei che cadono dai fori di uscita o dalle fessure della corteccia), la depressione o i rigonfiamenti sulla corteccia, la perdita del fogliame o il suo ingiallimento, i rami che si spezzano o cadono o, infine, la morte improvvisa degli alberi.
Danni
L’impatto del tarlo asiatico può essere devastante sia a livello ambientale che economico. Dal punto di vista ecologico la morte di un gran numero di alberi può alterare gli ecosistemi forestali, riducendo la biodiversità e compromettendo i servizi ecosistemici forniti dalle foreste, come ad esempio la regolazione del clima o la purificazione dell’aria che respiriamo. In termini economici invece, l’infestazione del coleottero può causare perdite significative per l’industria del legno, per la produzione di piante da vivaio e per la gestione delle foreste urbane. I costi di rimozione degli alberi infestati e di ripiantumazione, inoltre, sono elevati.
Un altro contesto da non sottovalutare è quello della sicurezza pubblica, in quanto gli alberi indeboliti e morenti possono rappresentare un rischio a causa della caduta di rami o dell’albero stesso.
Diffusione e prevenzione
La diffusione avviene principalmente tramite il commercio internazionale di legname non trattato, imballaggi in legno (come pallet e casse) e piante vive. Come detto precedentemente gli esemplari adulti sono sì in grado di volare (anche se non per lunghe didstanze), ma il trasporto di materiali infestati è il principale vettore di diffusione a lunga distanza.
La lotta alla diffusione del tarlo asiatico si basa su un approccio che include il riconoscimento precoce e monitoraggio, l’eradicazione delle piante infestate, trattamenti insetticidi, controlli fitosanitari e sensibilizzazione della cittadinanza, che può riconoscere i sintomi e segnalare tempestivamente la presenza del tarlo asiatico alle autorità competenti, come il Servizio fitosanitario di Regione Lombardia.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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