In stazione a Brescia un abbraccio ai senzatetto

Per un giorno il piazzale della stazione cambia aspetto. A distanza rimbombano le percussioni, da vicino è un’esplosione di contatti umani. Mentre Mauro Faccioli infiamma l’agorà con uno spettacolo musicale i volontari parlano con chi vive ai margini. Di quotidianità, di gusti, di pensieri. Di vita. In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della povertà - che a Brescia si traduce in una tre giorni di convegni e manifestazioni - torna per il decimo anno la Notte dei senza dimora, iniziativa che ha l’ambizione di creare occasioni e spazi di socialità. Una «notte» simbolica, perché sono state il pomeriggio e la serata di ieri ad essere animate da musica, giochi e attività.
Quotidianità
C’è chi gioca a ping-pong e a calciobalilla, chi dipinge su tela, chi parla coi volontari, chi per una volta sgombra la mente e si dedica ai giochi da tavolo. A pochi metri, invece, c’è chi pensa alla sopravvivenza e chiede di rifocillarsi.
«Abbiamo intercettato almeno cinquanta persone» spiega Manuela Di Mauro, che per l’associazione Perlar (sigla che indica «per la relazione») organizza l’evento: «Lo scorso anno abbiamo fatto una prova in Carmine ma la stazione rimane un luogo centrale, forse anche per la sua storia. Si tratta di un non-luogo in cui gravitano più persone, anche di passaggio. Così chiunque può partecipare o assistere a questa festa e conoscere i problemi che esistono anche a Brescia» D’altronde secondo le attività di Caritas e delle associazioni di volontariato sul territorio sono centinaia i senzatetto che gravitano ogni giorno solo nel capoluogo. Cercano anfratti e luoghi riparati, lontani da occhi indiscreti, e cambiano spesso zone e persino città. Un ricambio continuo come in un vortice senza fine.
Relazioni
Ecco perché la giornata di ieri è servita anche e soprattutto come opera di sensibilizzazione. Così tra sguardi incuriositi e qualche video postato sui social, il pomeriggio è proseguito in un clima di grande condivisione. E persino di spensieratezza, una sensazione che di certo molti degli ospiti faticano a ricordare. «Lo scopo è quello di intercettare anche nuove persone, visto che si tratta di uno spazio molto frequentato». D’altronde Perlar conosce bene la necessità dei senza dimora di andare oltre la mera sopravvivenza: è stata infatti la prima associazione ad occuparsi dell’aspetto relazionale, creativo e ricreativo delle persone che vivono per strada. «È così che abbiamo pensato ad una festa che faccia diventare un po’ tutti uguali», conclude Di Mauro.
Dopo il tramonto l’atmosfera si calma: l’aria si fa più frizzante, le cerniere delle giacche si chiudono e la fame inizia a farsi sentire. È allora «La Gabbianella» a curare la cena per decine di invisibili all’ombra della stazione ferroviaria, prima di tornare a danzare e cantare, sulle note del Folk del Calzino Spaiato. Ma la notte porterà ad una nuova giornata, uguale all’altra. Forse un po’ meno nell’invisibilità.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.