Sistema sanitario in affanno, 128mila bresciani rinunciano alle cure

Una «lenta agonia» rischia di trasformare il Sistema sanitario nazionale, bene comune per eccellenza, «in un privilegio per pochi». A dirlo, dati alla mano, è Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe.
«Siamo testimoni di un lento, ma inesorabile smantellamento del Ssn, che spiana inevitabilmente la strada a interessi privati di ogni forma – spiega –. Continuare a distogliere lo sguardo significa condannare milioni di persone a rinunciare non solo alle cure, ma a un diritto fondamentale: quello alla salute. Da anni i Governi, di ogni colore politico, promettono di difendere il Ssn, ma nessuno ha mai avuto la visione e la determinazione necessarie per rilanciarlo con adeguate risorse e riforme strutturali. Le drammatiche conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: aumento delle disuguaglianze, famiglie schiacciate da spese insostenibili, cittadini costretti a rinunciare a prestazioni sanitarie, personale sempre più demotivato che abbandona la sanità pubblica». L’occasione per parlarne è la presentazione dell’ottavo Rapporto sul Ssn, avvenuta nei giorni scorsi a Roma.
#RapportoGIMBE: cittadini e pazienti vivono disagi quotidiani per l'indebolimento del Servizio Sanitario Nazionale.
— Nino Cartabellotta (@Cartabellotta) October 20, 2025
Ma devono anche essere educati ad un utilizzo consapevole per contribuire alla sua sostenibilità#SalviamoSSN
PS. Grato per ulteriori esempi pic.twitter.com/0x78LBv1YD
Emerge che il Fondo sanitario nazionale (Fsn) nel triennio 2023-2025 è cresciuto di 11,1 miliardi di euro: dai 125,4 miliardi del 2022 ai 136,5 miliardi del 2025. «Risorse – si legge nel report – in buona parte erose dall’inflazione, che nel 2023 ha toccato il 5,7%, e dall’aumento dei costi energetici». Il trend è confermato: la nuova Legge di Bilancio determina un finanziamento per il 2026 di 142,9 miliardi di euro.
La spesa sanitaria, però, continua a essere fonte di preoccupazioni. In Italia nel 2024 ammonta a 185,12 miliardi di euro: 137,46 miliardi di spesa pubblica e 47,66 miliardi di spesa privata di cui 41,3 miliardi pagati direttamente dalle famiglie (out of pocket) e 6,36 miliardi (3,4%) da fondi sanitari e assicurazioni. «L’aumento della spesa a carico delle famiglie – osserva Cartabellotta – rompe il patto tra cittadini e istituzioni con milioni di persone costrette a pagare la sanità di tasca propria o, se indigenti, a rinunciare alle prestazioni».

Uno scenario che si riflette anche a livello regionale. In Lombardia, nel 2024, il 10,3% dei cittadini – oltre un milione di persone – ha dichiarato di aver rinunciato a una o più prestazioni sanitarie (media nazionale di 9,9%) con un incremento di 3,1 punti percentuali rispetto al 2023. Nel Bresciano, applicando la stessa stima, si parla di oltre 128mila persone. La percentuale varia molto qua e là per l’Italia: sale al 17,2% in Sardegna e scende al 5,3% a Bolzano; in mezzo ci sono Lazio (12%) e Campania (8,6%).
Del Fondo sanitario nazionale lo scorso anno la nostra regione ha ricevuto 2.154 euro pro-capite, cifra inferiore alla media nazionale di 2.181 euro. Una penalizzazione che, come spiega il documento, «consegue al criterio demografico ponderato per età: una popolazione più giovane “pesa” meno in termini di fabbisogno standard». Per la Lombardia il report conferma, inoltre, il saldo positivo rilevante della mobilità sanitaria: 623,8 milioni di euro nel 2022, in aumento di 352,5 milioni rispetto al 2021.
Interessanti sono anche i dati sulle cure primarie. Il report ricorda che il massimale di 1.500 assistiti viene superato dal 74% dei medici di famiglia lombardi (la media nazionale è 51,7%) e che tra il 2019 e il 2023 questi professionisti si sono ridotti del 9,9% (media nazionale 12,7%). Quanto ai pediatri il numero medio di assistiti in Lombardia è 992, più della media nazionale di 900.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.