Silvia Salis lancia la sfida: «Coalizione larga per tornare a vincere»

«Dobbiamo iniziare a parlare col Paese, col tono più diretto e messaggi più chiari possibili». Dal lavoro dei sindaci alla politica nazionale, è la ricetta per il centrosinistra che arriva dalla sindaca di Genova, Silvia Salis, ieri a Brescia per una tavola rotonda organizzata dall’associazione Centopiazze. Con lei all’auditorium Capretti hanno dialogato la sindaca di Brescia Laura Castelletti, il vicepresidente del Consiglio regionale Emilio Del Bono e il deputato Fabrizio Benzoni. Tema del dibattito: il rapporto tra amministratori locali e governo, o, come ha spiegato la presidente di Centopiazze, Silvia Gares, «lanciare un invito alla politica nazionale perché metta a frutto l’esperienza sui territori degli amministratori locali».
E Salis, con cui a maggio il centrosinistra ha riconquistato il capoluogo ligure dopo otto anni di Amministrazione di centrodestra, ha rilanciato: «Il centrosinistra ha una squadra fortissima sui territori. Nei decenni abbiamo acquisito credibilità e una classe dirigente».
Ex atleta, Salis ha vinto a Genova guidando una coalizione che includeva Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Italia Viva, Azione, Alleanza Verdi e Sinistra: «Ha funzionato la voglia di stare insieme, che è la prima cosa che deve esserci nel centrosinistra - ha detto -. E anche l’aver creato un programma condiviso e credibile, con una squadra che ha fatto i sacrifici giusti per stare insieme». Una formula ligure che deve valere anche a livello nazionale: «L’esercizio che dobbiamo fare è quello, capire che il gioco è vincerle le elezioni». Con una stella polare: «Il messaggio da dare è che progresso e sviluppo economico possono e devono stare insieme».
Lasciati soli
Le sfide per i sindaci sono molte: «Ci sentiamo spesso lasciati soli di fronte a grandi responsabilità, dalla spesa corrente alla sicurezza, e questo impatta con una Manovra che non ci rende il lavoro facile». Un «tasto dolente» di questo rapporto, per Salis, riguarda proprio la sicurezza: «È una responsabilità del governo, a cui i sindaci concorrono. Il governo ha fatto campagna elettorale sulla sicurezza, ma poi i fondi sono inesistenti. Rivendicano di aver assunto 32mila agenti, ma si tratta del normale turnover: alla fine del 2024 c’erano 97.931 agenti, quando la dotazione organica prevista dalla legge è di 109.271 unità». Dai trasporti alla casa, dalla scuola alla sanità, la questione lamentata è la stessa: «Si delegano ai Comuni operazioni di tenuta di territori ma non le risorse per farle», ha sintetizzato Benzoni.
Locale e nazionale
Territori e politica nazionale sono scollati, ha ammesso però l’ex sindaco Emilio Del Bono, anche all’interno dello stesso centrosinistra: «Non abbiamo una condivisione piena tra chi sta sul territorio e chi fa politica nazionale: è un elemento che va ricomposto e che deriva anche dalla modalità di reclutamento. Liste bloccate e cooptazioni da parte del leader di turno non aiutano a far crescere una classe dirigente». Il locale da solo non è sufficiente:
«Al futuro dell’Italia non può bastare un buon governo dei territori, perché la sua somma non fa la visione strategica – ha detto la sindaca di Brescia, Laura Castelletti –. Ne è un esempio la Lombardia, dove ci sono buoni sindaci e amministratori, ma questo non significa avere una migliore risposta dal punto di vista di servizi sociali, sanità ambiente».
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