A Lozio stop alla classe da premio: bus e curve per studiare a Malegno

Giuliana Mossoni
L’anno scorso la chiusura a Berzo Demo «compensata» dall’apertura del nido. A rischio Cevo, Monno e Temù
L'ingresso della scuola primaria di Lozio © www.giornaledibrescia.it
L'ingresso della scuola primaria di Lozio © www.giornaledibrescia.it
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Lo spopolamento inesorabile della montagna e l’inverno demografico, che in quota è ancora più pungente, portano a diverse conseguenze negative, tra cui anche la chiusura delle scuole (i bambini diventano sempre più sparuti e si fa fatica a formare le classi).

Basti guardare la situazione delle scuole in Valcamonica per avere conferma di quanto appena affermato: la maggior parte dei Comuni senza primaria, nel Bresciano, è camuna e molti altri non hanno la scuola media.

L’ultima elementare a chiudere è stata, lo scorso anno, quella di Berzo Demo, nell’ambito di una riorganizzazione del sistema scolastico in Valsaviore, che ha visto arrivare al capolinea la primaria a favore di quella del «polo di riferimento» del confinante Cedegolo, che ha sia elementari sia medie. C’è da dire però che a Berzo Demo, sempre lo scorso anno, in semi «compensazione», ha aperto il nido, in affiancamento alla materna. Sempre in Valsaviore, ci sono altri due paesi in sofferenza: Saviore, che non ha più alcuna scuola, e Cevo, che riesce a conservare le elementari, ma con qualche timore.

Tre anni fa aveva chiuso, con tanto dolore, la primaria di Lozio, dove per tanto tempo c’era stata una pluriclasse dalla prima alla quinta, dove si lavorava talmente bene da vedersi attribuire pure dei premi. Ma il tempo e la denatalità non hanno lasciato spazio al romanticismo e, nel 2022, il Comune è stato costretto a interrompere tutto, caricare i piccoli su un pullmino e portarli a Malegno, che è però distante diversi chilometri.

Alta Valle

La situazione non è delle migliori in alta Valle, nell’Unione che aggrega Ponte di Legno, Temù, Vione, Vezza, Incudine e Monno: a Vione e Incudine non ci sono scuole da tempo, le medie sono solo a Ponte e Vezza, comprese le elementari, presenti anche a Temù e Monno, ma decisamente a rischio: nessuno scommette che potranno andare avanti molto.

Il polo scolastico di Paspardo © www.giornaledibrescia.it
Il polo scolastico di Paspardo © www.giornaledibrescia.it

Una storia a parte la raccontano Cimbergo e Paspardo, dove alcuni anni fa, per riuscire a mantenere gli alunni sul territorio, hanno stretto un accordo: elementari e medie chiuse a Cimbergo, a favore di Paspardo, ma asilo unico a Cimbergo, in modo da conservare un numero sufficiente di alunni per sopravvivere.

In bassa Valcamonica va meglio, ma c’è un caso che vale la pena di raccontare: Pian Camuno e Artogne, sebbene più popolosi, si sono accordati per costruire un polo della secondaria di primo grado ad Artogne, per avere un immobile e numeri per offrire un buon servizio. A Pian Camuno ci sono tre primarie: una nel capoluogo, una nella frazione Beata e una micro, con la pluriclasse da 10 bambini, nella montana Vissone. Qui, da anni, la richiesta è di chiudere, ma sindaco e vicesindaco stanno lottando con tenacia per mantenere un presidio vitale per la piccola comunità.

Giuliana Mossoni

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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