Leno, finanziamenti dagli Usa per la scuola «senza zaino»

La mail è arrivata alcuni giorni fa: «Siamo lieti di comunicare che il progetto è stato approvato e ha ottenuto uno stanziamento a fondo perduto di 35.000 dollari». Mittente l’americana Timken; destinatario l’Ic Leno.
Che c’azzecca una multinazionale dell’Ohio specializzata in cuscinetti con una scuola della Bassa che si occupa di bambini? Una connessione c’è: il professor Antonio Isceri. Che, in pensione dall’Ic Leno, continua a insegnare all’Università di Brescia, nel gruppo del professor Valerio Villa, del dipartimento di Ingegneria meccanica e industriale.
«I futuri ingegneri – spiega Villa – studiano i cuscinetti: anche grazie a Isceri, in contatto con l’azienda americana perché esperto di cuscinetti, i tecnici della Timken vengono da noi a tenere seminari. Questa multinazionale, inoltre, finanzia progetti scolastici in ambito Stem». E allora, «insieme ad alcuni colleghi, tra i quali Antonio Isceri, e Vanda Mainardi, dirigente dell’Ic Leno, abbiamo elaborato un progetto per la scuola dell’infanzia e la primaria, che Timken ha deciso di finanziare. Il progetto è frutto della collaborazione in essere da tempo con l’Ic Leno, che adotta il “Senza zaino”, un metodo in linea con il nostro sistema didattico».
Il progetto si basa sulle materializzazioni concettuali ispirate al metodo Montessori. Ad esempio, se si vuole che i bambini capiscano un oggetto, o la sezione di un disegno tecnico, bisogna «materializzarlo», così che possano giocarci, possano toccarlo, scomporlo e ricomporlo: solo in un secondo tempo si passa alla teoria.
Fabbriche di strumenti
«La scuola italiana teorizza troppo presto – dice Vanda Mainardi –. Per ovviare a questo problema, nella scuola “Senza zaino” abbiamo le fabbriche degli strumenti, che consentono ai bambini di manipolare e fare esperienza diretta di quei concetti che altrimenti non riescono a capire. Abbiamo la necessità di avere a disposizione molti oggetti: l’idea del progetto è che gli studenti di ingegneria ci aiutino a costruire strumenti per favorire la comprensione dei concetti per bambini dell’infanzia e della primaria».
Grazie alla tecnologia e alla collaborazione con Massimo Belardinelli dell’Indire, precisa Mainardi, «abbiamo realizzato ambienti immersivi, indispensabili per questa didattica».
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