A Sarezzo un nuovo modello di cura per anziani e fragili

Barbara Fenotti
Il Comune sperimenta un progetto di assistenza domiciliare e ‘badante diffusa’ per sostenere anziani e famiglie
Il progetto è pensato per persone anziane e non autosufficienti © www.giornaledibrescia.it
Il progetto è pensato per persone anziane e non autosufficienti © www.giornaledibrescia.it
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A Sarezzo prende forma un nuovo modo di intendere la cura della persona anziana e non autosufficiente. Il Comune ha attivato un progetto sperimentale di potenziamento del Servizio di assistenza domiciliare (Sad), che per un anno offrirà sostegno personalizzato a persone anziane e non autosufficienti. L’obiettivo è garantire interventi più flessibili, vicini alle esigenze delle famiglie e capaci di valorizzare la domiciliarità come scelta di vita. Il progetto introduce due novità sostanziali.

La prima è la cosiddetta «assistenza familiare leggera», un servizio di badante diffusa che prevede interventi di supporto pomeridiano e preserale (attivo tra le 15 e le 18) e, da alcuni mesi, anche il sabato mattina. Si tratta di un aiuto nelle piccole attività quotidiane come la cura della persona, la preparazione dei pasti, le pulizie leggere e la compagnia. Una presenza discreta ma preziosa per chi vive solo o ha familiari lontani.

Costi

La seconda novità è l’assistenza domiciliare potenziata, con personale qualificato Asa, che prolunga gli interventi anche al pomeriggio e nei weekend, offrendo un sostegno professionale ai bisogni fisici e relazionali degli utenti. Sono previste tariffe agevolate in base all’Isee e la gratuità per i casi più urgenti, fino a due ore a settimana per tre mesi prorogabili. Per cinque famiglie, selezionate dal servizio sociale del Comune, l’assistenza sarà completamente gratuita. Il progetto nasce per creare una rete più umana tra operatori, servizi e territorio.

«Mettiamo al centro la persona – spiega l’assessora ai Servizi sociali e vicesindaca, Elena Guerini –: la cura non è solo igiene o pasti, ma anche ascolto, relazione, dignità». Se l’esperimento, in vigore fino al marzo 2026, darà esiti positivi, l’Amministrazione comunale intende estendere il servizio su scala più ampia. «Un passo avanti concreto verso una comunità che accompagna la fragilità invece di isolarla» evidenzia la sindaca Valentina Pedrali.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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