Il nuovo santuario alle Fontanelle sarà ecosostenibile

Il vescovo è stato chiaro: «Non realizzeremo nulla di faraonico, ma qualcosa di sobrio: non abbiamo alcuna intenzione di profanare l’ambiente». La filosofia di fondo è inequivocabile: il nuovo santuario che verrà costruito alle Fontanelle sarà ecosostenibile.
Lo conferma, raccontando a che punto è il progetto, il rettore mons. Marco Alba. «Abbiamo scartato una prima ipotesi perché troppo impattante - spiega -, ora ci stiamo focalizzando su un’opera che possa coniugare le esigenze di accoglienza dei pellegrini con quelle ambientali; il progetto al quale stiamo lavorando (per ora solo una bozza) va esattamente in questa direzione».

C’è un dato di fatto oggettivo da cui partire, prosegue il sacerdote, già cancelliere diocesano: «Inimmaginabile che un santuario mariano, che attira pellegrini da tutto il mondo, possa continuare a essere, di fatto, un capannone com’è ora; sotto il quale, peraltro, si raggiungo temperature insopportabili. Ribadisco: possiamo accogliere così pellegrini che fanno migliaia e migliaia di chilometri per testimoniare la loro fede? In questi giorni alle Fontanelle c’era un gruppo dal Messico, un altro dalla Lousiana negli Stati Uniti, forse non tutti se ne rendono conto, o non vogliono rendersene conto, ma la devozione per Maria Rosa Mistica è a livello mondiale».
Il Papa
Perché il percorso per far sì che le Fontanelle diventino la piccola Lourdes bresciana è già ampiamente tracciato, in molte parti del mondo, appunto, la devozione nata dalle visioni di Pierina Gilli è già a livello di quella attorno alla grotta di Massabielle o a Fatima. Del resto la stessa Pierina Gilli ormai da tempo è al centro di una rivalutazione totale, merito certamente dell’impegno della nostra Diocesi, impegno (supportato con passione da oltre dieci anni proprio da mons. Alba) che ha portato alla recentissima decisione del Dicastero per la Dottrina della Fede: «Nei messaggi diffusi da Pierina Gilli non ci sono elementi che contraddicono direttamente l’insegnamento della Chiesa cattolica sulla fede e la morale», così ha scritto il Prefetto, il cardinale Victor Manuel Fernandez; il documento è controfirmato da papa Francesco.
Un fatto che nessuno avrebbe anche solo potuto immaginare fino a qualche anno fa. Un percorso in continua evoluzione nel quale un tassello fondamentale è la costruzione della nuova chiesa, «capace di accogliere i fedeli e magari un piazzale per accoglierne un’altra parte, spazi per la confessione, per la preghiera comune e individuale» per usare le parole di mons. Pierantonio Tremolada.
Come sarà
Ma come sarà il nuovo santuario? «La nostra intenzione è essere fedeli a quelle che sono state le indicazioni che Pierina ha ricevuto durante un’esperienza mistica proprio dalla Madonna - spiega mons. Alba -. Ecco allora che ci saranno cinque cupole, che rappresentano i continenti. Davanti alla chiesa realizzeremo una piccola piazza, tipo san Pietro, dal santuario partiranno infatti due "braccia", una in muratura, che ingloberà la zona dove attualmente c’è la vasca e la fonte, l’altra sarà creata con alberi: sarà simbolicamente l’abbraccio all’umanità».

Quindi la chiesa sarà costruita dove attualmente ci sono già strutture? «Esatto, questo per limitare il consumo di suolo. Il santuario avrà un’altezza di dieci metri e mezzo più le cupole e il campanile, questo per aver un impatto molto limitato sull’ambiente». Il progetto iniziale prevedeva che la chiesa fosse realizzata sul colle di San Giorgio, «perché così era stato chiesto a Pierina, il santuario doveva sorgere su una collina, questo desiderio non è stato possibile da rispettare, sarebbe stato un progetto troppo impegnativo, su tutti i fronti». Il santuario potrà accogliere 400 persone sedute (contro le circa 120 della struttura attuale), ci sarà anche una cappella che potrà ospitare 50 persone, sarà adatta pure per le celebrazioni feriali. La zona devozionale sarà quindi separata dalle celebrazioni, a differenza di com’è oggi e com’è invece ovunque, basti pensare a Lourdes.
I tempi
L’iter progettuale è solo all’inizio (c’è pendente anche un ricorso al Tar degli ambientalisti), prima di partire (oltre ovviamente a tutte le autorizzazioni civili) serviranno le varie approvazioni diocesane e vaticane. Oltre alla chiesa si dovrà sistemare tutta la viabilità, i parcheggi, il verde: un’area che si estende per 90mila metri quadri; per fare questo servirà una spesa pari alla costruzione del santuario stesso.

In una fase successiva anche la ristrutturazione del mulino di San Giorgio per realizzare una comunità per sacerdoti (da tutta la Lombardia) con «fragilità psicologiche». Servirà quindi ancora del tempo, per ora non viene diffusa nessuna immagine di come sarà il santuario (i rendering progettuali), «anche perché è ancora tutto provvisorio» sottolinea mons. Alba, «ci piacerebbe concludere tutta la fase autorizzativa il prossimo anno, per annunciare ufficialmente il progetto durante il Giubileo».
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