Come sarà il santuario delle Fontanelle, il vescovo a Montichiari
«Cercheremo di trovare insieme l’equilibrio tra ciò che è giusto per i pellegrini e le esigenze dei monteclarensi ai quali chiedo di non dire solo dei no, ma di aiutarci: vi garantisco che nessuno ha intenzione di snaturare il paesaggio. Domandiamoci quindi come rendere bello il santuario e adeguata l’esperienza dei pellegrini, senza ledere l’ambiente circostante, che già bello è. Collaboriamo».
È uno dei passaggi rilevanti nel discorso del vescovo Pierantonio Tremolada che giovedì sera è tornato a Montichiari per aggiornare la comunità sui più recenti sviluppi relativi al culto di Rosa Mistica - Madre della Chiesa e quindi sul futuro progetto di adeguamento del santuario delle Fontanelle.
L’incontro
L’incontro si è tenuto al Teatro Gloria. Insieme al vescovo è intervenuto monsignor Marco Alba, rettore del Santuario diocesano, mentre don Alfredo Savoldi, vicario episcopale, ha coordinato l’incontro e l’abate Cesare Cancarini ha invitato il pubblico a porsi in un atteggiamento di ascolto. Come già riportato dal nostro giornale nei giorni scorsi, è stato annunciato che il Dicastero per la dottrina della fede, in una lettera rivolta al vescovo e controfirmata da papa Francesco, ha comunicato che per la Santa Sede non ci sono ostacoli al culto di Rosa Mistica - Madre della Chiesa, non essendo in contraddizione con la Chiesa cattolica. Sono le conclusioni a cui l’autorità religiosa è giunta a fronte della seconda fase di revisione del processo diocesano su Pierina Gilli.
Chiarezza
Non mancavano cittadini preoccupati per il futuro ambientale dell’area di Fontanelle, dato che, a maggior ragione ora, la Diocesi intende proseguire l’iter per arrivare a un progetto di adeguamento del santuario. Sul punto monsignor Tremolada è stato chiaro: «Lo ritengo necessario: ce lo impone la responsabilità verso i pellegrini che giungono da diverse parti del mondo».

E poi ha aggiunto: «Io, circa il futuro progetto, che dovrà passare anche dall’approvazione di più organi ecclesiastici, esprimo il desiderio che quel luogo sia sobrio, ma bello; un luogo in cui si senta l’appartenenza alla Chiesa, perché lì veneriamo Maria “Rosa Mistica" e "Madre della Chiesa”, espressione più alta della bellezza e custode della dignità umana. Desidero che sia un luogo di preghiera, di intercessione, di conversione e di consolazione, in cui si abbia la possibilità di riscoprire il valore del battesimo, attraverso la valorizzazione dell’elemento "acqua", e da cui si elevi la preghiera per i consacrati e le consacrate affinché siano saldi nella loro testimonianza. Circa quest’ultimo punto, vorrei anche creare una piccola casa dove i sacerdoti in difficoltà per le fatiche del ministero, anche psicologiche, possano essere accolti. In generale, il mio desiderio è che il santuario rispecchi le caratteristiche del culto di Maria Rosa Mistica che emergono anche dagli scritti di Pierina Gilli».
Sostenibilità
Il vescovo ha poi nuovamente sottolineato la volontà di portare avanti un progetto sostenibile in un clima di collaborazione con la comunità locale: «Non realizzeremo nulla di faraonico, ma qualcosa di sobrio: non abbiamo alcuna intenzione di profanare l’ambiente. Dovremo però immaginare spazi adeguati per i pellegrini: una chiesa capace di accoglierne una parte e magari un piazzale per accoglierne la restante, spazi per la confessione, per la preghiera comune e individuale. Gli interventi, che saranno a tappe, dovranno essere anche economicamente sostenibili e a tal proposito potremo rivolgerci all’aiuto dei pellegrini. Voglio essere chiaro: non c’è nessuna intenzione della Diocesi di fare profitto. Vi chiedo di collaborare, di non dire solo no, per trovare l’equilibrio migliore possibile».
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