Cronaca

Rsa, Zorzi della Cisl: «Attivato un tavolo d’incontro con la Loggia»

Impegno sul territorio con le case di riposo: «Ma serve anche l’aiuto della Regione»
Dalla Cisl un aiuto per le persone in difficoltà
Dalla Cisl un aiuto per le persone in difficoltà
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Anche nel Bresciano le Rsa rappresentano una questione piuttosto delicata. Costi che crescono, liste d’attesa che si ingrossano e problemi – ormai annosi – a cui non si riesce a trovare soluzioni significative. I numeri di città e provincia ricalcano quelli della Regione. E pongono gli stessi dubbi.

«In lista d’attesa ci sono oltre 28mila domande – spiega Diego Zorzi, componente della segreteria Pensionati Cisl Brescia –: il dato ci preoccupa perché sono in aumento rispetto agli anni precedenti. È altrettanto vero che c'è stato anche un minimo aumento di posti letto nelle Rsa, ma restano comunque assolutamente insufficienti».

I costi

C’è però un altro elemento da tenere in considerazione, ossia il costo delle degenze, che sono divise in quota sanitaria (la tariffa) e in quota alberghiera (la retta). Nei posti letto contrattualizzati (ovvero convenzionati con il sistema pubblico), la Regione paga la quota sanitaria e l’assistito quella alberghiera, mentre nei posti letto solventi la spesa è tutta a carico dell’assistito. «La Lombardia è già intervenuta con alcuni aggiustamenti sui servizi alla quota sanitaria – sottolinea Zorzi –, ma il 54% della spesa è ancora incarico all'ospite. A Brescia abbiamo 2.250 euro al mese medi per la tariffa alberghiera».

C’è poi l’aumento dell’età dei degenti. «Per questo abbiamo sempre più bisogno di Rsa. Adesso vediamo molti figli che devono prendersi cura di mamma, papà e magari anche dei suoceri. Inoltre i pazienti anziani soffrono contemporaneamente di più patologie, che comportano una gestione più difficoltosa», precisa Zorzi.

Risposte

Si possono trovare delle soluzioni? «Più che altro proviamo a fare qualche proposta – spiega Zorzi –. Non a caso abbiamo attivato un tavolo di incontro con l'assessorato al Welfare del Comune di Brescia e con i presidenti delle case di riposo. Proviamo ad affrontare le questioni mettendo al centro l’Rsa. Stiamo cercando di costruire una Rete territoriale che tenti di individuare alternative per garantire più posti letti. I Centri diurni integrati, le Rsa aperte, case protette e servizi residenziali. Abbiamo proposto anche un aiuto diretto ai familiari: un sostegno economico ai caregiver, che oggi hanno un impegno massiccio dal punto di vista del lavoro, del tempo, ma soffrono anche sul economico. E questo spesso non gli viene riconosciuto. In questo modo non pensiamo di eliminare 28mila domande in attesa, ma sono piccoli passi che mettiamo in campo per cercare di migliorare una situazione complicata».

Lombardia

Un tavolo d’incontro, proposte, sostegno economico. Misure indispensabili, ma serve anche l’impegno della Regione. «Sicuramente c'è bisogno di un intervento importante della Lombardia, che deve ritoccare le tariffe delle quote pagate dagli utenti – evidenzia Zorzi –. A Brescia nascono e crescono nuove case di riposo totalmente private. Chi se la può permettere ne approfitta, nulla in contrario, ma non può essere questa l’unica risposta all’emergenza delle Rsa. La soluzione potrebbe essere trovata con una legge efficace sulla non autosufficienza. Al suo interno si devono individuare puntualmente le soluzioni ai problemi. Penso che sia una questione da mettere nella prima pagina dell'agenda politica del Paese». 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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