Remigrazione e Riconquista, il questore vieta il corteo del 13 dicembre

Consentito solo un presidio statico, gli organizzatori: «Scelta priva di logica e del tutto inaccettabile»
Lo striscione esposto sul castello a ottobre
Lo striscione esposto sul castello a ottobre
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Vista la concomitanza di almeno altre due manifestazione annunciate di antagonisti e di anarchici, i cui percorsi si dichiarano come sovrapposti con quello inizialmente dichiarati dagli organizzatori della manifestazione a favore della remigrazione di sabato 13 dicembre, il questore di Brescia ha vietato il corteo organizzato dal comitato promotore Remigrazione e Riconquista, prescrivendo che il presidio a favore della proposta di legge sulla remigrazione avvenga solo in modo statico.

In una prescrizione emanata ieri, venerdì 5 dicembre, Paolo Sartori sottolinea come il clima che si è creato nei confronti di questa manifestazione che «provocatoriamente viene indicata per sabato 13, ovvero il giorno successivo alla strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969» comporta la necessità di impedire problemi di ordine pubblico anche alla luce dello scambio di insulti e reciproche minacce che si sono inseguite sui social da parte delle opposte fazioni.

Secondo il questore Sartori «anche le proteste di ambienti sindacali e associativi di ambienti antifascisti» hanno indotto alla decisione di vietare il corteo che avrebbe sfilato per via Cefalonia, via Cremona, via Gambara per terminare in piazzale Stazione a cui avrebbero partecipato da 300 a 500 persone, «ma con la possibilità concreta che i partecipanti lievitassero a oltre mille».

Per evitare i disordini che si registrarono a seguito dell'analoga manifestazione organizzata nello scorso anno a cui il 28 dicembre seguirono degli scontri di piazza con gli antagonisti, il presidio statico si svolgerà sabato 13 dalle 14.30 alle 16.30 al parco Tarello di via Cefalonia, con obbligo di accedere da via Sante Maria del mare e da via Sardegna.

La replica

Per tutta replica il comitato organizzatore ha risposto con un comunicato in cui si sottolinea come «le motivazioni addotte risultano infondate e contrarie ai principi costituzionali, ledono in modo evidente la libertà di espressione e mostrano la pericolosa commistione tra politica, istituzioni e centri sociali.

Le contro-manifestazioni richieste da gruppi antifascisti, finalizzate a impedire lo svolgimento del nostro corteo, non avrebbero dovuto essere autorizzate; al contrario, vengono oggi strumentalmente utilizzate come pretesto per vietare una manifestazione pienamente legittima e accolta con favore da una parte significativa della cittadinanza. Appaiono inoltre impropri i richiami a piazza Fontana e alle leggi Scelba e Mancino, poiché si tratta di un’iniziativa volta a presentare una proposta di legge di iniziativa popolare, dunque perfettamente conforme al quadro normativo vigente».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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