Provincia, Moraschini non cambia idea: il Pd è «fuori tempo massimo»

Mancava l’ultimo colpo di scena. Eccolo: dopo che il centrosinistra se le è dette di santa ragione (martedì sera, durante la Direzione provinciale del Pd, ma anche la settimana precedente con il divorzio breve della lista Bene Comune dai dem e da Azione), a scansarsi di fronte alle larghe intese in Provincia e a pensare di rispondere «no, grazie» ora è il centrodestra.
(S)vantaggi
I punti che descrivono le ragioni del fastidio sono fondamentalmente tre. Primo: si è andati troppo per le lunghe, oltre quattro mesi di tira e molla hanno ridotto in brandelli ogni coriandolo di pazienza, spingendo tutti – presidente incluso – verso il capolinea dello sfinimento.
Secondo: quel treno, quello del ramoscello d’ulivo che lascia a bocca asciutta di deleghe anche i consiglieri di maggioranza (breve riepilogo: l’assegnazione di due vicepresidenze, una per parte, e null’altro), è già partito e arrivato a destinazione la settimana scorsa, quando è stato palese che la coalizione di centrosinistra non parla più con una sola voce. E allora la «pace e la stabilità» (sia dal punto di vista amministrativo sia dal punto di vista politico) che un governo in tandem poteva inizialmente garantire, franano e si frantumano al suolo. Quindi, a conti fatti – è l’ultima hit che risuona nel centrodestra – «quale sarebbe il vantaggio del governissimo»?
Terzo: nelle ultime settimane, l’attesa si è tradotta in un boomerang per la maggioranza, più volte accusata proprio dagli avversari (dalla lista Bene comune, ma anche da una fetta del Pd) di essersi dimostrata incapace di governare. Il centrodestra di questo fatto si è scocciato (e non poco), a partire dalle segreterie regionali dei partiti, con le quali i coordinatori territoriali si interfacciano a cadenze regolari. E la domanda (retorica) ulteriore è questa: perché a definire l’assetto del governo della Provincia dev’essere il Pd, ossia uno dei partiti che ha perso le elezioni e che punta il dito dello stallo proprio verso il centrodestra?
Ancora in attesa
Tutte domande che esistevano anche il giorno successivo all’epilogo elettorale, si potrebbe dire. Vero a metà. Perché il tempismo in politica conta parecchio. E il presidente Emanuele Moraschini era stato chiaro la scorsa settimana, dopo lo strappo della lista Bene comune: per il governissimo si è «fuori tempo massimo».
Lui, per citarlo letteralmente, lo aveva esplicitato così: «Spiace constatare che dopo quattro mesi di stallo, dovuti al continuo confronto con le segreterie politiche per trovare la soluzione migliore che andasse incontro alle esigenze del territorio, e non a quelle mere di partito, gli sforzi si traducano in comunicati stampa inattesi. Il 29 settembre il centrodestra, con l’elezione dei nuovi consiglieri, è uscito vincitore e compatto. Essendo il Broletto un ente di secondo livello, con più debiti che risorse, andare oltre il risultato elettorale era una delle possibilità messe sul tavolo, nell’esclusivo interesse dei territori».
Avanti con il centrodestra
Moraschini ha parlato al passato, dicendo «era una delle possibilità», per poi aggiungere subito: «Prendo atto di quanto dichiarato (dalla lista Bene comune, in quel caso) e agirò di conseguenza». Il sottotesto, mai smentito o edulcorato, è: a questo punto si va avanti con il centrodestra. Da quel momento (quello delle dichiarazioni rilasciate mercoledì scorso) e fino alla tarda serata di ieri, in effetti, nel Palazzo non è cambiato nulla: non c’è stata alcuna dichiarazione da parte del presidente che indicasse un suo cambio di rotta, né risulta che da allora al martedì della Direzione dem, si siano consumati altri incontri.
Certo questo verdetto (governo di maggioranza), che sulla carta è il più classico e lineare, visto con gli occhi del centrosinistra sarebbe paradossale, soprattutto per il gran trambusto (al limite dello psicodramma) che si è generato nel Pd. Ma se questo sarà effettivamente l’epilogo del Broletto-gate si scoprirà solo nei prossimi giorni. Insomma: per qualche altro colpo di scena resta ancora del tempo.
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