Progetto Medee, l’arte si intreccia alle storie dei giovani
Ripensare e ricodificare gli immaginari che influenzano le nostre esistenze. Parte da qui il progetto Medee, promosso da Butterfly Centro Antiviolenza e Case Rifugio dall’idea dell’artista Patrizia Benedetta Fratus e con la cura di Barbara Pavan. Un progetto che viene proposto agli studenti e alle studentesse di alcuni Istituti superiori bresciani.
La mostra
Così dopo alcuni incontri tenuti nelle classi, all’Hu-Bs Martinengo di via Musei in città è stata inaugurata la mostra conclusiva della prima edizione del progetto. Si chiama Medee ed è un’opera collettiva che unisce il lavoro delle artiste Fratus, Aironi e Mega con quello dei giovani e delle giovani partecipanti. «Volevamo dare valore a quello che vedono i nostri giovani – ha detto Fratus –. Questo è un progetto fatto con i giovani, con cui le artiste hanno lavorato alla pari. Ci ha stupito e inorgoglito la grande presenza ai laboratori facoltativi. In centinaia hanno partecipato dimostrando di avere voglia e attenzione. Abbiamo lavorato su tre aree: il corpo, la filosofia e il diritto.
L’obiettivo
Ai ragazzi non abbiamo proposto il tema della violenza, ma siamo partiti dall'analizzare il mondo di oggi: dove è nato e come può evolvere. Raccontiamo storie, le nostre, e crediamo di generare visioni diverse. Speriamo che questa sia l’edizione zero e che il progetto continui: l’obiettivo è creare un laboratorio di cultura contemporanea permanente».
Partecipazione
La mostra, inaugurata giovedì sera, proseguirà nel palazzo del centro cittadino fino al 20 luglio: «Medee è un percorso nato per lavorare con i giovani e l’Hu-Bs – ha detto Nicoletta Bontempi, presidente della Fondazione Provincia di Brescia Eventi – è il luogo giusto per ospitarlo, perché è nato per dare ai ragazzi e alle ragazze un luogo dove vivere la partecipazione attiva». La libertà di espressione e la capacità di immaginare diventano i principi su cui fondare il lavoro, con un pensiero costante rivolto alle bambine (e ai bambini) che quotidianamente subiscono violenze: «Questo progetto è nato proprio dalle richieste dei giovani – ha detto Moira Ottelli del Butterfly Centro Antiviolenza e Case Rifugio –. Medee è un filo che cuce: cuce le storie, le opere con le persone, cuce dolore e visioni. Raccontiamo le storie che noi vediamo e che loro vivono sulla loro pelle. È una leggenda quella che vuole che le relazioni tossiche si sviluppino solo nel mondo adulto: la violenza non cambia purtroppo negli anni e non cambia nelle fasi dell’età. Oggi abbiamo la possibilità di raccontarla, di dare voce al vissuto di ogni persona».
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