Prisma, la rete che osserva e studia i fenomeni luminosi nel cielo

Il progetto, coordinato dall’Istituto italiano di astrofisica, utilizza decine di telecamere speciali per le sue osservazioni. L’ultima registrazione riguarda il bolide dell’Immacolata
Un'immagine del bolide tratta da un video
Un'immagine del bolide tratta da un video
AA

Il cielo non dorme mai. E qualcuno, da terra, lo osserva ogni notte. Si chiama Prisma, e l’8 dicembre ha registrato anche il bolide dell’Immacolata: una scia brillante, visibile in tutta la Lombardia. E mentre i social si riempivano di video traballanti e messaggi in caps lock tipo «ma l’avete visto anche voi??», le sue telecamere erano al lavoro.

Era successo anche nell’aprile 2022: un altro bolide aveva illuminato il Nord Italia per pochi secondi, lasciando una lunga scia e centinaia di testimonianze, anche dalla nostra provincia.

Il progetto

Prisma non è una persona, ma una rete. È un progetto coordinato dall’Istituto nazionale di astrofisica che osserva il cielo italiano con decine di telecamere all-sky, capaci di rilevare meteore, bolidi e altri fenomeni luminosi. L’acronimo suona importante (Prima Rete per la Sorveglianza sistematica di Meteore e Atmosfera), ma il bello è che funziona anche come racconto: Prisma raccoglie le luci che attraversano il buio, le studia e prova dove possibile a ricostruirne l’origine.

Sul sito ufficiale (prisma.inaf.it), l’evento dell’Immacolata è già stato tracciato con precisione: sedici telecamere ne hanno registrato il passaggio, c’è una scheda tecnica con tutti i dati disponibili, una mappa della traiettoria e le segnalazioni (numerosissime) dei testimoni. Una delle ipotesi più affascinanti è che si trattasse di un oggetto con orbita interstellare. Per chi ama la scienza, è tutto lì. Per chi ama solo restare a bocca aperta, anche.

Navigare sul sito è come entrare in un atlante dinamico del cielo. La home raccoglie gli ultimi eventi osservati, con orario, immagini, simulazioni e – quando disponibili – i modelli dell’orbita in 3D. Una mappa interattiva mostra le stazioni attive: cliccando, si scoprono posizione, partner coinvolto e data di attivazione. E se si è testimoni di un bolide, si può compilare un modulo di segnalazione: Prisma raccoglie anche le osservazioni dei cittadini.

Curiosità

Non mancano le sezioni divulgative: cosa distingue una meteora da un meteorite, perché certi bolidi brillano di verde (il magnesio, per chi prende appunti), come si cercano i frammenti caduti. Tutto spiegato con chiarezza, senza gergo da conferenza.

Perché Prisma non è solo cosa da scienziati: molti degli «occhi elettronici» sono installati in scuole, musei, osservatori locali, con il contributo di appassionati e associazioni. Il progetto vive di collaborazione, e partecipa a una rete internazionale che tiene sotto controllo l’arrivo di sassolini dallo spazio.

Alcuni, tra l’altro, vengono davvero recuperati: nel 2020, una meteorite è finita in un campo a Cavezzo, in Emilia, e adesso fa bella mostra di sé in un museo. Altro che sasso nel giardino.

In fondo è questo che fa Prisma: trasforma una scia luminosa in un dato, un avvistamento casuale in un frammento di conoscenza. Senza spegnere la meraviglia, ma provando a misurarla.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.

Suggeriti per te

Caricamento...
Caricamento...
Caricamento...