A Prevalle è stato trovato il dente di un uomo di Neanderthal

Enrico Giustacchini
Risalirebbe a 50-100mila anni fa. Ora verrà sottoposto a sofisticate analisi di laboratorio finalizzate a individuare il Dna
Gli archeologi al lavoro sul monte Budellone - © www.giornaledibrescia.it
Gli archeologi al lavoro sul monte Budellone - © www.giornaledibrescia.it
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Il dente di un uomo di Neanderthal, vissuto a Prevalle tra i centomila e i cinquantamila anni fa. Lo hanno ritrovato gli archeologi che, in questi giorni, hanno partecipato alla nuova campagna di scavo del monte Budellone. Una scoperta straordinaria, che si aggiunge a quelle delle campagne precedenti, che avevano portato alla luce, tra l’altro, la falange di un dito appartenuta a un giovane individuo che al momento del decesso doveva avere circa tredici anni.

Le analisi

Falange e dente costituiscono, ad oggi, gli unici reperti umani del periodo mai rinvenuti in Lombardia. Il dente recuperato, un molare, sarà sottoposto adesso, al pari della falange, a sofisticate analisi di laboratorio volte all’individuazione del Dna. «Un’operazione non semplice – fa sapere il direttore degli scavi, Marco Baioni – poiché nei climi più caldi il Dna tende a decomporsi e bisognerà capire se ciò è accaduto anche nel nostro caso».

Gli scavi sul Budellone riguardano una porzione limitata di superficie, situata esternamente sul fianco della montagna. «Tutto, però – spiega Baioni –, lascia pensare che all’epoca questo fosse un sito riparato e coperto, forse una grotta, adatta a ospitare esseri umani. La presenza di grosse pietre ci fa ipotizzare che la progressiva erosione abbia dato origine, durante l’età glaciale, a un crollo, determinando l’attuale condizione».

I reperti

Lo staff incaricato degli scavi è composto, oltre che da Baioni, dal direttore scientifico Nicolò Fasser, dal direttore tecnico Fabio Bona, dall’assessore all’ambiente del Comune di Prevalle, Paolo Burlon e da un gruppo di volontari, che comprende anche alcuni studenti dell’università di Ferrara. Due le campagne portate a termine quest’anno.

Oltre quattromila i reperti individuati: manufatti in selce e ossi di animali, tutti di piccole dimensioni, a confermare la presenza sul territorio, in quel tempo lontano, del bisonte, del lupo, del tasso, del cervo e della volpe. In primavera è in programma una nuova sessione di scavi, che si annuncia all’insegna di ulteriori, interessanti scoperte.

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