A Ponte di Legno inaugurata la Casa di comunità
Inaugurazione, ieri a Ponte di Legno, per la Casa di Comunità di piazzale Europa 14, operativa dal 14 aprile, la prima in Valcamonica e tra le prime in Lombardia. Un parterre d’eccezione, tra cui anche l’assessore regionale alla Sanità Guido Bertolaso, ha risalito ieri la provincia per la vernice del presidio, destinato a cambiare l’assistenza sanitaria in alta Valle.
I servizi
La struttura è stata ammodernata con i fondi Pnrr e all’interno sono già operativi i primi servizi. La notizia, annunciata in anteprima, è che da luglio tornerà a svolgere il servizio, dentro la casa di comunità, il pediatra, assente in alta Valle da alcuni mesi. I bandi per la ricerca di un professionista, pubblicati dall’Asst camuna, sono andati tutti deserti. Per far arrivare un pediatra a Ponte di Legno è «bastato» offrire anche un alloggio: la professionista, infatti, si trasferirà in alta Valle dal Piemonte.
A spiegarlo è stato Bertolaso: «Nel nuovo bando è stata inserita l’abitazione per il pediatra, grazie alla disponibilità del sindaco di Ponte, che ha trovato un immobile. Questo è il segreto, è l’unica strada che noi oggi dobbiamo perseguire: trovare degli incentivi per garantire un lavoro bello, in una valle altrettanto bella e magari metterci anche un abbonamento per sciare. Sono dettagli che fanno la differenza».
Nel corso della cerimonia, un medico di famiglia e il primario di Cardiologia di Esine hanno effettuato una visita in telemedicina a un paziente, con gli specialisti dell’ospedale che hanno refertato la prestazione. «Questa è una delle Case di Comunità più necessarie e indispensabili del sistema sanitario lombardo – ha detto Corrado Scolari, dg Asst Valcamonica –, perché se qui a Ponte non ci fosse un punto sanitario, sarebbe un grosso problema. Questa è una località particolare, con qualche migliaio di persone ordinariamente e con qualche decina di migliaia in alcuni periodi dell’anno. Per questo i servizi sono stati pensati in modo flessibile, per affrontare questi flussi, con modelli che valorizzano le nuove tecnologie, la telemedicina e la prossimità delle cure pur non avendo gli specialisti sempre presenti, perché sarebbe uno spreco di risorse». Nella struttura dalignese ci sono già gli ambulatori dei tre medici di base, la continuità assistenziale, l’ambulatorio degli infermieri e di ginecologia, la protesica integrativa, il punto prelievi, la telemedicina e altri.
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