Poliambulanza, contro le aggressioni telecamere, vigilanza e pulsanti

Oltre 60 episodi di aggressione, di cui il 25% di natura fisica e i restanti verbali, sono stati registrati da gennaio a fine ottobre alla Poliambulanza. Dall’ospedale di via Bissolati riferiscono che le aree maggiormente interessate sono il pronto soccorso (che in un anno registra quasi 89mila accessi), le unità di degenza ad alta intensità assistenziale e i servizi diagnostici. Gli infermieri risultano la categoria più esposta, seguiti da medici e tecnici sanitari. La maggior parte degli episodi si verifica nei turni pomeridiani e notturni, con correlazione a stati di agitazione, disturbi cognitivi (in particolare casi di demenza) e situazioni di disagio relazionale con familiari o accompagnatori.
Misure
Nel tempo anche la Poliambulanza ha adottato misure strutturali e tecnologiche finalizzate alla riduzione del pericolo di aggressioni. Tra queste: impianti di videosorveglianza a circuito chiuso con registrazione continua 24 ore su 24 nelle aree di pronto soccorso, triage e camere calde; pulsanti antipanico e sistemi di allarme silenzioso collegati al servizio di vigilanza interna; telefono dedicato in triage per l’attivazione immediata delle forze dell’ordine (c’è una linea diretta con la Questura); servizio di vigilanza 24 ore su 24, sette giorni su sette, con presidio fisso; barriere fisiche di protezione e arredi disposti per garantire vie di fuga rapide; illuminazione potenziata e parcheggi riservati e sorvegliati per il personale; cartellonistica che richiama la politica aziendale di tolleranza zero verso ogni atto di violenza; formazione continua del personale (in particolare gli operatori delle aree a rischio elevato).
Tutto questo si integra con misure organizzative. Come l’operazione di razionalizzazione dei turni di lavoro per prevenire sovraccarichi e ridurre i tempi di attesa e, tra le altre cose, l’invio di messaggi Sms ai familiari per informarli sul percorso di cura del paziente, con l’obiettivo di contenere la tensione nelle sale d’attesa. Inoltre in pronto soccorso è in corso una sperimentazione di attività di mediazione relazionale, affidata al personale di triage e ai referenti di settore, con funzioni di ascolto e de-escalation in situazioni di conflitto o stress emotivo. Ogni episodio di violenza, fisica o verbale, viene segnalato tramite l’apposita scheda «Aggressione» disponibile sulla Intranet aziendale.
Il Risk Manager analizza l’evento e, in caso di episodi con lesioni o con coinvolgimento dell’autorità giudiziaria, attiva le procedure previste dal Codice di Procedura penale (art. 331) e dalle Linee guida ministeriali. Gli episodi più gravi vengono classificati come «eventi sentinella» e segnalati al Ministero della Salute.
Gli altri ospedali
Quanto, infine, alle misure di sicurezza attive negli Istituti ospedalieri bresciani (Sant’Anna, Città di Brescia, San Rocco di Ome) del Gruppo San Donato si evidenzia – in particolare nei pronto soccorso – la presenza di guardie giurate private (finanziate da Iobs) che effettuano pattugliamenti più volte sia di giorno sia di notte; porte automatiche dotate di sistemi di blocco per impedire accessi non autorizzati; pulsanti anti-aggressione collegati direttamente alle guardie giurate; sistema di videosorveglianza e linea telefonica dedicata e diretta con la Questura di Brescia per l’intervento immediato della Polizia.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.
