Ha fretta di nascere, bambina viene al mondo in giardino

Non sono riusciti nemmeno ad arrivare all’ambulanza. E neppure a rientrare in casa. Il parto è stato talmente veloce che è avvenuto nel giardino di casa, sotto gli occhi del papà e della nonna che era arrivata in tutta fretta per stare con l’altra bambina della coppia.
Notte straordinaria
Intervento d’urgenza la notte tra mercoledì e giovedì, nella zona ovest d Brescia, per un equipaggio della Croce Rossa: «Siamo stati allertati per una donna a termine, alla quale si erano già rotte le membrane e in travaglio attivo - racconta Donata, dipendente di Croce Rossa che era in turno con due volontari, entrambi di nome Luca -. Noi siamo arrivati per primi, raggiunti, pochi minuti dopo, dal mezzo avanzato con medica e infermiera. La dottoressa ha valutato ci fosse il tempo per arrivare in ospedale, ma non è stato così. Siamo solo riusciti a far mettere la mamma sulla barella e mentre la stavamo portando in ambulanza ci siamo fermati perché il bimbo stava nascendo». E così pochi minuti prima della mezzanotte è venuta al mondo una bimba che sta bene, come la sua mamma.
Tutto è bene quel che finisce bene, come si dice, ma un intervento di questo tipo, seppur gioioso, non si affronta a cuor leggero: «L’esito è inatteso - spiega Donata - e speri vada tutto bene. Ci sono tanti fattori che possono cambiare improvvisamente e, di colpo, ti trovi con due pazienti. Finché non senti il bambino piangere sei in tensione».
Nonostante un parto fuori dall’ospedale e in urgenza non sia molto comune per l’operatrice sanitaria non è il primo, ma il terzo (l’ultimo giusto un anno fa, tra il 5 e il 6 ottobre): «Non ci si abitua mai - dice -. E spero - aggiunge scherzando - che sia il terzo e ultimo». Con lei due volontari entrambi al primo loro parto in ambulanza: uno però, essendo padre, sapeva cosa aspettarsi, l’altro, molto più giovane, non aveva mai assistito alla nascita di un bimbo: «Ha detto che se non è svenuto in questa occasione, non lo farà mai più» ha ricordato Donata.
«La mamma era molto preoccupata - continua Donata -, ci diceva che voleva andare in ospedale, ma non c’era il tempo. Essendo anche io mamma capivo bene lo spavento, la preoccupazione e il dolore. E così la medica e l’infermiera. L’entrare in sintonia con la mamma ci ha aiutate». Dopo il parto, mamma e figlia, sono state riportate subito in casa per i primi controlli e, quindi, trasferite in ospedale.
Archiviata l’adrenalina e lo spavento resta una bella storia di vita che, ne siamo certi, sarà raccontata tante volte.
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