Pannelli fotovoltaici, gli agricoltori: «Meglio metterli sui tetti»

Via i pannelli dai campi, meglio i tetti. E meglio pensare al futuro con investimenti in infrastrutture che consentano davvero di fare un passo in avanti verso l’autonomia energetica. È condiviso il giudizio delle associazioni degli agricoltori bresciane sul tema dell’agrivoltaico e del fotovoltaico a terra: sia Coldiretti sia Confagricoltura Brescia guardano con apprensione al fenomeno. Il fotovoltaico continua a essere al centro del dibattito nella nostra provincia, dove si sta assistendo a una vera e propria corsa all’installazione di impianti su terreni agricoli. Tuttavia, le due principali associazioni di categoria esprimono preoccupazioni riguardo alle possibili ripercussioni negative sul settore.
Coldiretti
Laura Facchetti, presidente di Coldiretti Brescia, è chiara: «Oggi il pannello a terra è vietato, un sospiro di sollievo, ma siamo solo a metà dell’opera. I pannelli sopraelevati, infatti, ci preoccupano, poiché limitano le produzioni sottostanti». Coldiretti teme che dietro questi impianti possano esserci operazioni speculative, portate avanti da grandi gruppi, anche stranieri, che potrebbero approfittare di agevolazioni destinate all’agricoltura. A ciò si aggiungono le difficoltà legate all’aumento dei prezzi dei terreni, che distorcono il mercato complicando l’attività agricola.
Confagricoltura
Confagricoltura Brescia, con il suo presidente Giovanni Garbelli, è sulla stessa linea. Anche Garbelli sottolinea le preoccupazioni legate alla speculazione. «Il fotovoltaico può essere un’opportunità, ma se ben gestito. Non deve essere applicato a caso, ma in modo che non metta a rischio la sostenibilità e la redditività dell’agricoltura», afferma. Per questo risulta fondamentale il distinguo tra fotovoltaico a terra e agrivoltaico: il primo, ormai vietato, prevede l’installazione di pannelli direttamente su terreni agricoli, mentre il secondo integra la produzione di energia senza compromettere la destinazione agricola.
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