Omicidio Bozzoli, l’avvocato di Maggi: «Ora mettiamo la parola fine»

L’avvocato Cantoni ripercorre l’inchiesta, il processo e l’assoluzione con formula piena dell’operaio accusato
Oscar Maggi con l'avvocato Vera Cantoni al Palagiustizia © www.giornaledibrescia.it
Oscar Maggi con l'avvocato Vera Cantoni al Palagiustizia © www.giornaledibrescia.it
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Come si passa da una richiesta di pena massima ad un’assoluzione con formula piena.

«Gli atti portavano solo in quella direzione. Non avevamo intravisto epilogo diverso» dice oggi l’avvocato Vera Cantoni, difensore di Oscar Maggi, l’operaio che per i pm di Brescia ha ucciso l’imprenditore Mario Bozzoli, in concorso con Giacomo, il nipote della vittima, ma che per il giudice Stefano Franchioni «non ha commesso il fatto».

Tra l’otto ottobre 2015 quando Bozzoli scompare e il 17 dicembre 2025 quando Maggi viene assolto in primo grado, è successo di tutto: la morte di Giuseppe Ghirardini, l’operaio addetto al forno grande della fonderia e poi quella del pm Alberto Rossi che aveva condotto la prima inchiesta, la volontà del collega Mauro Leo Tenaglia di archiviare l’intera inchiesta e l’intervento della Procura generale di avocare il caso.

E poi intercettazioni telefoniche, il fallimento della Bozzoli srl, il processo a Giacomo, l’esperimento con un maialino messo in un forno da fonderia e la condanna all’ergastolo del nipote della vittima con la coda della fuga per evitare il carcere a vita conclusa nel cassettone di un letto matrimoniale nella villa di Soiano del Lago. Fino al processo a Maggi, già archiviato dieci anni fa e poi collocato sulla scena del crimine dalle tre sentenze che hanno portato in cella Giacomo Bozzoli.

Avvocato Vera Cantoni, sono passati alcuni giorni. Come sta reagendo Oscar Maggi all’assoluzione con formula piena?

Sicuramente questa è una storia di dolore. Piangendo ha tirato un sospiro di sollievo non solo lui, ma anche la famiglia. Maggi ha un figlio che è cresciuto con questo peso perché oggi è ventenne; quindi, sono anni che convive con il macigno del pregiudizio. Diciamo che affronteranno finalmente un Natale con una rinnovata fiducia.

Come difesa avete depositato una memoria di 380 pagine. Quali sono i punti sui quali avete lavorato per far cadere il castello accusatorio?

Sì, è stata una memoria corposa e il procedimento, soprattutto in ordine alla posizione di Maggi, era ancora più indiziario rispetto al processo a Giacomo Bozzoli, ma quello che era necessario secondo questa difesa era studiare e valutare tutti gli elementi dall’origine e nella loro evoluzione. Nel momento in cui abbiamo avuto chiara la situazione, si è deciso di affrontare il processo con rito abbreviato e non con il dibattimento, perché l’abbreviato era esattamente ciò che permetteva nel migliore dei modi di dimostrare che tutto convergeva verso un’unica strada: l’assoluzione.

Si è parlato molto della posizione del suo assistito al momento dell’omicidio all’interno della fonderia. Dove era Maggi la sera dell'8 ottobre 2015 quando Bozzoli svanì nel nulla?

Il tema dei movimenti sicuramente è uno dei punti di cui si è tanto discusso in questi anni e soprattutto in questo processo, dove abbiamo visto un'ennesima ricostruzione accusatoria con il mio assistito che è stato posizionato dal pm sulla piattaforma dei forni. Abbiamo ricostruito che Maggi è colui che alle diciannove e diciannove dell’otto ottobre 2015 era alla guida della ruspa, in un capannone lontano dalla fonderia, proprio in modo coerente con quello che erano le sue attività in quel momento e alla luce anche delle dichiarazioni di altri operai che lo vedevano fare quelle attività e lo hanno dichiarato da subito. Quindi Maggi nei momenti prossimi alla fumata del forno grande non era sicuramente dove lo voleva collocare in questo processo la Procura della Repubblica ovvero sulla piattaforma dei forni. E quindi non può aver commesso l’omicidio.

Oscar Maggi era dipendente della fonderia Bozzoli di Marcheno - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Oscar Maggi era dipendente della fonderia Bozzoli di Marcheno - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it

E arriviamo al forno. Lei è davvero convinta che Mario Bozzoli sia stato ucciso nel forno come stabiliscono le sentenze a carico di Giacomo Bozzoli, condannato all’ergastolo in via definitiva?

Guardi, sorrido e mi permetterà se non entrerò nel dettaglio di questo aspetto dicendo però che abbiamo ovviamente studiato moltissimo anche gli impianti forno e il materiale a disposizione era tantissimo e portava a fare analisi di un certo rilievo, anche da un punto di vista giuridico. Ma quello che forse mi sento semplicemente di dire è che anche laddove si ritenga questa l'ipotesi, si è dimostrato che Maggi non ha un coinvolgimento.

Undici interrogatori in dieci anni, un’archiviazione e ora un’assoluzione. Che cosa si aspetta adesso?

Mi viene da dire cosa auspico: che la Procura possa valutare di porre fine a questa vicenda procedimentale, proprio per gli antefatti e alla luce ovviamente dell'ultima assoluzione e dell'atteggiamento collaborativo che ha sempre contraddistinto Maggi. Se così non sarà è chiaro che si manterrà la massima concentrazione per affrontare il processo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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