Oltre 9mila disabili nelle aziende bresciane e in arrivo ci sono nuovi fondi per l’inclusione

Giovanni Maggiori, uno dei papà del «21 grammi», lo dice sempre: «L’inclusione in azienda è possibile e rappresenta un valore aggiunto: la presenza di qualcuno che pensa le cose da un altro punto di vista può essere d’aiuto, rende il team più coeso, responsabilizza i colleghi, fa crescere le loro competenze e li rende più flessibili e propensi al cambiamento. Inoltre è dimostrato che i talenti emergenti preferiscano le aziende inclusive al punto da sceglierle accettando anche un salario inferiore».
Per arrivare a tanto, però, servono volontà, impegno, costanza e denaro (per formare il personale, abbattere le barriere architettoniche, adattare le postazioni...).
Consapevole di ciò, la Regione mette a disposizione due milioni di euro per le imprese (micro, piccole, medie e grandi) con sede operativa attiva in Lombardia che intendono promuovere la piena inclusione della disabilità. Il bando - gestito da Unioncamere Lombardia - verrà pubblicato lunedì 15 aprile e le domande potranno essere presentate entro il 30 maggio.
Spese ammissibili
Come spiega Simona Tironi, assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro, tre sono le spese ammissibili: quella per preparare il personale ad accogliere la disabilità (spesa indispensabile per accedere al contributo); i costi dei servizi di consulenza (circa, ad esempio, aspetti amministrativi e opportunità legate alla legge 68/99) volti a creare un modello organizzativo inclusivo e le spese d’acquisto della strumentazione hardware e software per il personale con disabilità già assunto. L’agevolazione consiste nella concessione di un contributo a fondo perduto pari all’80% delle spese considerate ammissibili.
In base alle dimensioni dell’impresa si possono ottenere dai 5 ai 10mila euro per la formazione del personale; dai 4 ai 10mila euro per le consulenze e dai 6 ai 12mila euro per adattare la postazione. L’investimento minimo è 6.250 euro. «Questo bando - commenta Tironi - elimina l’alibi di chi trascura l’inclusione per ragioni economiche: i fondi per dare vita a modelli virtuosi ci sono; ora invitiamo le imprese a presentare le domande».
Nel Bresciano le persone disabili occupate nelle aziende «in obbligo» sono 8.720: la maggior parte (7.882) lavorano in realtà private; 838 nel pubblico. A fornirci questi dati, aggiornati al 2023, è la Regione.
A queste quasi novemila persone, però, se ne aggiungono molte altre occupate nelle aziende «non in obbligo» che sfuggono al censimento in quando «questa tipologia di aziende - fanno sapere da Palazzo Lombardia - non sono obbligate a trasmettere il prospetto informativo». Un focus completo si può fare relativamente agli avviamenti del 2023: lo scorso anno nel mondo del lavoro bresciano sono entrate 1.220 persone disabili nelle aziende «in obbligo» e 427 in quelle «non in obbligo».
Per comprendere meglio la questione ricordiamo che, sulla base della legge 68/99, i datori di lavoro pubblici e privati sono tenuti ad avere alle loro dipendenze il 7% di lavoratori disabili se occupano più di 50 persone; due lavoratori se occupano da 36 a 50 persone e uno se hanno tra i 15 e i 35 dipendenti. Questo è il livello minimo, l’obbligo, ma si può andare anche oltre. Come nel caso della Vgv di Calvisano, che conta 100 disabili.
Le buone prassi
Per guidare le aziende volenterose di attuale «politiche inclusive» la Regione, di recente, ha anche varato le «prassi di riferimento» frutto di un tavolo di lavoro condotto da Unioncamere. Il documento che, come sottolinea l’assessore Tironi, «farà scuola in Italia», mette in evidenza gli elementi ritenuti indispensabili per poter avviare un percorso d’inclusione lavorativa, l’assetto culturale di cui l’organizzazione dovrebbe farsi portatrice e gli argomenti formativi su cui dovrebbe concentrarsi al fine di diffonderlo ai propri stakeholder.
Il testo sottolinea, ad esempio, la necessità di eliminare barriere anche culturali e al cambiamento; formare un «disability manager»; coinvolgere le persone nell’organizzazione e attivare uno sportello di ascolto.
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