CronacaGarda

Olio Dop del Garda, carezza e firma d’autore in ogni piatto

La Redazione Web
Casaliva, Frantoio e Leccino sono alcune delle varietà coltivate. La raccolta è manuale, la molitura avviene entro pochi giorni, l’estrazione è solo meccanica
Non solo coltivazioni ma trame vegetali che disegnano - © www.giornaledibrescia.it
Non solo coltivazioni ma trame vegetali che disegnano - © www.giornaledibrescia.it
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C’è un filo sottile che attraversa le colline, scivola tra i muretti a secco e si riflette nell’acqua calma del lago: è l’olio del Garda. Non un condimento, ma una carezza. Non un’aggiunta, ma una firma. Leggero, profumato, limpido. Ha la delicatezza delle cose autentiche, e la forza silenziosa della terra che lo nutre.

Le caratteristiche

È olio extravergine di oliva a denominazione di origine protetta, prodotto solo sulle rive del lago, dove il microclima fa da custode. Il Garda stempera i freddi, allunga le primavere, addolcisce l’autunno: condizioni ideali per coltivare varietà come Casaliva, Frantoio e Leccino. Tre nomi che raccontano una geografia fatta di colline, frantoi e mani esperte. Gli oliveti non sono solo coltivazioni: sono trame vegetali che disegnano il paesaggio. Nella Valtenesi in particolare, si alternano ai vigneti, inseguono la linea delle morene, marcano le curve dei crinali. Sono parte integrante del territorio, ne costruiscono l’identità visiva. E quando il vento si alza, sembrano ondeggiare insieme al lago.

Il colore dell’olio varia dal verde tenue al giallo oro, con riflessi che sembrano rubati all’acqua. Al naso è delicato, mai invadente. In bocca arriva con equilibrio: un fruttato leggero o medio, una nota di mandorla dolce, una punta d’erba tagliata, a volte un soffio di carciofo. Quel che colpisce è la misura. Non urla, sussurra.

A chi si rivolge

L’olio Garda Dop è pensato per chi ama il gusto ma non l’eccesso. Esalta senza coprire. Accompagna senza pretendere la scena. Una tartare di pesce di lago, una carne bianca, una bruschetta con pomodoro fresco: bastano poche gocce, e il piatto cambia passo. Ma dietro la sua leggerezza c’è un lavoro paziente. La raccolta è manuale, la molitura avviene entro pochi giorni, l’estrazione è solo meccanica. Nulla è lasciato al caso. Il disciplinare che lo protegge è rigoroso, e i controlli numerosi. È anche per questo che ne esiste così poco: meno dell’1% della produzione nazionale. Chi lo conosce lo cerca.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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