Nuvolera, è morto l’operaio precipitato in cava

L'uomo, che si trovava su un costone, è caduto nel vuoto per una decina di metri. Inutili i soccorsi
Sul luogo dell'infortunio mortale - © www.giornaledibrescia.it
Sul luogo dell'infortunio mortale - © www.giornaledibrescia.it
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Non ce l'ha fatta l'operaio di 31 anni, di origini indiane, che questa mattina è precipitato in un cava in via Del Marmo a Nuvolera. L'uomo, che si trovava su un costone mentre lavorava su un blocco di marmo, è caduto nel vuoto per una decina di metri.

I soccorsi lo hanno trasferito d'urgenza in ospedale a Gavardo, dove è arrivato in condizioni disperate. Purtroppo è spirato poco dopo il ricovero.

I sindacati

I sindacati Filca Cisl, Fillea Cgil Feneal Uil nel pomeriggio hanno diramato una nota congiunta, esprimendo «profondo cordoglio per la morte del lavoratore di origine indiana, di soli 31 anni, deceduto stamane. Un’altra tragedia che colpisce il settore estrattivo, tra i più esposti a rischi elevati come le cadute dall’alto e gli schiacciamenti. Come organizzazioni sindacali del settore delle costruzioni vogliamo ribadire con forza che la sicurezza deve partire dalla formazione, soprattutto in comparti come questo, dove la pericolosità delle mansioni rende indispensabile una preparazione adeguata e continua».

L'azienda dove è morto l'operaio - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
L'azienda dove è morto l'operaio - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it

E continuano: «Oggi, inoltre, la formazione deve essere accessibile e comprensibile per tutti i lavoratori, indipendentemente dalla loro provenienza. Sempre più persone impiegate in cava sono di origine straniera: la lingua non può diventare una barriera alla sicurezza. Le procedure, le segnalazioni e le istruzioni di prevenzione devono essere trasmesse in modo chiaro, efficace e in una lingua che ciascun lavoratore possa comprendere.  Ogni morte sul lavoro è una sconfitta collettiva. Per questo continueremo a chiedere e a lavorare perché la sicurezza sia una priorità reale, e la formazione uno strumento concreto di tutela per tutti».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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