Non era estorsione: sindacalisti e operai assolti in Appello

Era stata una vertenza sindacale. Non un tentativo di estorsione da parte dei sindacalisti. Allo stesso tempo gli operi avevano scioperato ed effettuato dei picchetti ma non si era trattato di violenza privata.
La Corte di Appello di Brescia ha ribaltato la sentenza di primo grado con cui due sindacalisti del SiCobas e 22 tra magazzinieri e operai erano stati condannati a pene tra i due anni e i quattro mesi nell’aprile del 2024 per presunte irregolarità nella vertenza relativa ai servizi di logistica per la catena di supermercati Penny Market, una vicenda che era durata dal 2015 al 2019 con numerosi scioperi, picchetti e presidi.
Dopo tre ore di udienza e un’ora di camera di consiglio la corte d’Appello di Brescia ha dichiarato che il fatto non sussiste e che tutti gli imputati dunque sono assolti dai reati che gli erano stati contestati e per cui erano stati condannati in primo grado.
Le posizioni più pesanti erano quelle dei sindacalisti Si Cobas Alessandro Zadra e Laura Raffelli, condannati a due anni per tentata estorsione. Per tutti gli altri invece erano stati riconosciute condotte che configurano la violenza privata nella gestione delle modalità di sciopero, in particolare per quello che aveva riguardato il presidio davanti ai cancelli del magazzino di Desenzano. In quei giorni di intensa protesta infatti si erano registrati diversi momenti di tensione e le forze di polizia avevano dovuto garantire la costante presenza di squadre di agenti.
Le indagini successive avevano ipotizzato che i due sindacalisti avessero agito in maniera irregolare per spingere l’azienda Penny Market ad affidare i servizi di logistica ad una specifica cooperativa.
Gli imputati sono stati assistito dall’avvocato Eugenio Losco e Laura Rusconi e, prima che i giudici si ritirassero in camera di consiglio, Zadra aveva preso la parola per una breve dichiarazione spontanea: «Noi siamo sindacalisti, ci occupiamo solo dei lavoratori. Quello sciopero era stato proclamato dopo il licenziamento di 11 lavoratori che noi ritenevamo ingiusto». L’avvocato Rusconi, chiedendo l’assoluzione per gli operai accusati di violenza privata, aveva sottolineato che «non sono state indicate le condotto e le responsabilità di ciascuno».
Tesi che evidentemente la Corte ha condiviso dato che ha ritenuto i fatti non sussistenti. Le motivazioni della sentenza sono attese tra 90 giorni.
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