L’insegnamento di Mandela: «Mettete l’umanità davanti all’ideologia»

È difficile anche solo immaginare cosa possa significare trascorrere del tempo accanto a Nelson Mandela, uno dei personaggi più influenti della storia del Novecento. Per Zelda La Grange però non si tratta di un esercizio di immaginazione, bensì solo di uno sforzo di memoria.

La 54enne sudafricana, ieri relatrice d’eccezione alla Masterclass Area 12 a Brescia (c’era anche l’ex capitano degli All Blacks Sean Fitzpatrick), per 19 anni è infatti stata al fianco del Premio Nobel per la pace nel 1993 (insieme a Frederik Willem de Klerk), rivestendo numerosi incarichi tra i quali quelli di segretaria personale. «Ricordo la paura di quando ho accettato il lavoro» ha raccontato davanti alla platea di imprenditori e manager accorsa per il meeting. D’altronde quello era «il Sudafrica dell’apartheid, dove l’odio era nelle strade, il razzismo nelle persone che abitavano vicino a te».

Persino nella famiglia La Grange esistevano dissidi, «non dimenticherò mai quando Mandela volle incontrare mio padre nonostante io non fossi dell’idea» lascia trapelare sulle allora posizioni del genitore, ma l’attivista sudafricano «non si è mai fatto fermare. Diceva sempre che tutti possono imparare a odiare, però si può insegnare a ridere, cosa che arriva più facilmente al cuore delle persone».

Nemmeno il lungo e duro carcere minarono il suo invito «al dialogo con l’altro, oltre le differenze etniche, sociali o di religione», tant’è che in prigione «diceva a tutti, anche a quelli che lo consideravano un nemico, di leggere e di scrivere per infrangere le sbarre. E di parlare».

In un mondo come quello attuale dove le divisioni si acuiscono ogni giorno che passa, «e il Sudafrica non è esente», le parole di Mandela risuonano perciò ancora più forti. «"Nessuno è imperdonabile e nessuno è incapace di perdonare" ci ripeteva - chiude La Grange -. E nella vita ha sempre messo l’umanità davanti all’ideologia».