Per i neet c’è il progetto «.Chance» finanziato da Fondazione Cariplo

Quello dei giovani che non studiano e non lavorano è un esercito silenzioso e spesso invisibile: si stima che solo nella provincia di Brescia siano circa 10mila i Neet (Not in education, employment or training). A loro è rivolto il progetto «.Chance» finanziato da Fondazione Cariplo con 150mila euro all’interno del programma «Neetwork». Capofila è la cooperativa Essere, affiancata da Solco Brescia, Sana e Ambito Oglio Ovest. L’obiettivo è intercettare, ascoltare e accompagnare questi giovani attraverso un approccio innovativo: il «Sonar sociale di prossimità», che agisce prima che i problemi diventino cronici.
Come funziona
Gli operatori non aspettano le richieste d’aiuto: incrociano dati, ascoltano educatori e famiglie, e vanno direttamente a casa del ragazzo per avviare un percorso personalizzato che parte dal racconto di sé e costruisce un progetto di vita, anche tramite un supporto psicologico. Ma chi sono i neet bresciani? «Il profilo più frequente è un maschio tra i 18 e i 23 anni, spesso fermo tra primo e secondo anno di istituto professionale, con almeno una bocciatura alle spalle e una famiglia disfunzionale: o assente o iperprotettiva – spiega Filippo Abrami, referente per Essere del progetto .Chance –. Diversa la situazione delle ragazze, in particolare di seconda generazione, più difficili da intercettare perché non sempre considerate a rischio dal contesto familiare».
L’universo dei neet è vastissimo: non deve per forza essere – come spesso, erroneamente, si pensa – un hikikomori, termine giapponese che indica una persona che sceglie di ritirarsi completamente dalla vita sociale, restando chiusa nella propria stanza. Un neet può infatti essere anche un 19enne che sogna di sfondare nel calcio ma, non contemplando altre strade se non questa, finisce con lo stare fermo per anni senza studiare né lavorare. Le cause del blocco possono essere moltissime: ansia, disagio, disabilità non riconosciute, fragilità identitarie. Su circa 100 giovani contattati dalla cooperativa Essere la metà ha accettato di iniziare il percorso. Quindici sono già stati reinseriti in scuola, tirocini o lavoro. «L’obiettivo è arrivare a 25 entro aprile 2026» spiega Abrami. Intanto «.Chance» è stato selezionato come buona pratica nazionale e sarà presentato a Roma.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.