Morti in montagna, cordoglio per i bresciani Francesca Testa e Paolo Dassa

Sono morti mentre vivevano la loro passione più grande: la montagna. Francesca Testa, 30 anni, di Berzo Inferiore, e Paolo Dassa, 61 anni, di Nave, la conoscevano bene, la rispettavano e la amavano profondamente. Allenati, esperti e ben equipaggiati, affrontavano i sentieri con competenza e dedizione.
Eppure un tragico destino li ha uniti: Francesca è caduta mentre scendeva dalla cima Aviolo, a pochi chilometri da casa, in territorio di Edolo; Paolo ha perso la vita in Valtellina, durante un’escursione nei pressi del rifugio Omio, dove si trovava in vacanza.
Due incidenti simili che riportano in primo piano il tema della sicurezza in montagna, dimostrando come anche escursionisti preparati possano essere vittime di eventi fatali.
Il papà di Francesca: «Temevo potesse accadere»
Tutti la ricordano così, sorridente in sella al suo cavallo, sin da bambina. Francesca Testa adorava gli animali, su tutti i cavalli, che aveva imparato a cavalcare da piccolissima, e poi i cani e tutti gli altri.
Ma aveva una passione grande anche per la montagna, dove andava appena possibile, e per lo sport, in particolare per lo sci e la corsa (da poco si era iscritta all’Atletica Cima). Una ragazza bella, solare e sportiva i cui sogni si sono infranti ieri tra le cime sopra il lago Aviolo, mentre faceva trekking. Francesca è nata e cresciuta a Berzo Inferiore e viveva con i genitori, il papà Edoardo, cuoco in un ristorante del paese, e la mamma Raffaella Squaratti, che lavora nella Rsa di Piamborno, nella casa di famiglia di via Rivadelli, insieme ai due fratelli minori Luca e Manuel. Dopo la scuola, aveva iniziato a lavorare come barista in alcuni locali della Valcamonica, ora era impiegata al Big Bar al Badetto di Ceto, prima era stata alla Sosta e Esine e prima ancora all’Autostazione di Boario. Ma tutto il tempo libero lo passava all’aria aperta, a cavallo soprattutto, ma anche in montagna e correndo.
La notizia di quanto accaduto si è diffusa alla svelta in paese, mentre in località Zuvolo, sulle cime berzesi, era in corso la classica iniziativa pre-Ferragosto alla Casermetta e dove oggi era in programma la festa degli alpini. Anche il papà di Francesca, ieri mattina, era in Zuvolo con i nonni, nella cascina di famiglia; la notizia della scomparsa della figlia gli è stata portata da un vicino. «Temevo che prima o poi, a forza di andare così in alto, sarebbe successo qualcosa di grave, ne avevo il terrore», si è lasciato scappare sotto choc, prima di lasciare Zuvolo e raggiungere il resto della famiglia a casa.
La festa degli alpini è stata cancellata, impossibile pensare di scherzare, giocare e cantare in una giornata così triste. È anche per questo che il sindaco di Berzo Inferiore Ruggero Bontempi ha deciso di proclamare una giornata di lutto cittadino per i funerali.
A Nave si piange un amico
Era originario di Capo di Ponte, in Valcamonica, ma da tempo si era trasferito e viveva a Nave. Paolo Dassa, l’uomo che è stato ritrovato senza vita sui monti della Val Masino, in provincia di Sondrio ieri mattina, aveva 61 anni ed era persona particolarmente conosciuta a Nave e nella valle del Garza.
Fratello di don Battista, prete conosciuto anche per la sua particolare passione per il cammino e per aver organizzato diversi partecipati pellegrinaggi, era a sua volta un grande appassionato di escursioni.
L’altro ieri si è allontanato per un’uscita in solitaria, ma non ha fatto ritorno: sono stati i soccorritori del Soccorso Alpino, allertati dai familiari, a rinvenire il corpo.
Paolo Dassa era componente di una famiglia molto conosciuta in paese, anche se originaria della Valcamonica da molti anni residente nella Valle del Garza. Oltre che di don Battista era fratello anche di Fausta, Italo, Romano, Giacomo, Omodeo, Maria, e del compianto Domenico, scomparso alcuni anni fa, che gestiva la pizzeria La Casetta in città.
Paolo Dassa non aveva una compagna né figli. La notizia della sua morte ha destato profonda commozione nella comunità di Nave, dove la famiglia è stimata e radicata da decenni. Le autorità valtellinesi stanno cercando di ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente, mentre i parenti si stringono nel dolore per la perdita improvvisa.
Non appena la morte del 61enne si è diffusa, sono state davvero numerose le manifestazioni di cordoglio arrivate al fratello don Battista, attualmente parroco di Collio Valtrompia.
Paolo Dassa lavorava a Cellatica, all’Aquila Forged Metal. A Nave viveva in località Civelle. I parenti e gli amici sono in attesa che la sua salma faccia rientro a Brescia per poterlo salutare per l’ultima volta.
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