Mille Miglia, nasce la Fondazione: ora l’Aci aspetta altri enti

Firmato l’atto di nascita con un unico socio fondatore. Bonomi: «Ci auguriamo che possano farne parte il Comune, la Provincia e la Camera di Commercio»
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Svolta Mille Miglia, nata la fondazione
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Una svolta improvvisa: la Mille Miglia imbocca la strada della Fondazione. Lo fa al termine di un percorso lungo almeno quindici anni e di una querelle che negli ultimi giorni ha infiammato il mondo dell’auto d’epoca e attraversato gli ambienti delle istituzioni e dell’economia. I primi vagiti della nuova realtà sono stati emessi alle 15 nella sede dell’Aci provinciale, dove davanti al notaio è stata apposta la firma sull’atto di nascita.

L’appello

«È una Fondazione creata dall’Aci cittadino, unico socio fondatore, ma aperta agli altri enti pubblici territoriali che vogliono partecipare – spiega il numero uno dell’Automobile Club, Aldo Bonomi –. Ci auguriamo in particolare che possano farne parte il Comune, la Provincia e la Camera di Commercio». La motivazione con cui nasce è «ancorare in modo definitivo la corsa al territorio, di fronte al rischio di accorpamenti che avrebbero potuto portare in futuro il marchio lontano da Brescia».

Al riparo

Un punto, questo, sul quale insiste anche il vicepresidente dell’Aci, Pasquale Angelini: «Il nostro ente – spiega – è federato all’Aci nazionale e pertanto soggetto a imprevedibili decisioni a Roma». Tant’è che negli ultimi vent’anni diversi governi hanno annunciato nei loro programmi di voler sopprimere o liquidare l’Automobile Club, ritenendolo un ente inutile che aumenta i passaggi burocratici e divora denaro pubblico, avviando i conseguenti iter normativi, senza tuttavia che giungessero a compimento nel corso delle legislature: «Ricordo per esempio il Governo Prodi nel 2008, Monti nel 2012 e infine Renzi nel 2016».

Giovanni Rizzardi, Aldo Bonomi e Pasquale Angelini in via Ferrari - © www.giornaledibrescia.it
Giovanni Rizzardi, Aldo Bonomi e Pasquale Angelini in via Ferrari - © www.giornaledibrescia.it

Incertezze

Un’ulteriore incertezza è data «da possibili fusioni o riorganizzazioni degli Aci provinciali con possibili accorpamenti di sede decisi dall’alto: Asti, per esempio, è stata unita a Torino». Il consiglio direttivo di via Ferrari ha avvertito quindi la necessità di tutelare un patrimonio, il marchio Mille Miglia, «che formalmente è di proprietà dell’Aci Brescia, ma idealmente appartiene all’intera città, perché ne rappresenta un ineguagliabile simbolo identitario, in Italia e nel mondo».

Lungo iter

Il parto di questa neonata Fondazione, lo ricordiamo, è stato assai travagliato. L’iter era partito ufficialmente con un protocollo d’intesa siglato nel 2012 da Aci, Loggia, Broletto e Camera di Commercio, che convenivano sulla necessità di «salvare» il marchio. Dopo che sono stati superati numerosi ostacoli, nell’agosto scorso il progetto sembrava essersi messo sulla buona strada con la lettera d’intenti sottoscritta dalla sindaca e dai presidenti di Aci e Museo Mille Miglia. Lo stop è arrivato dopo che, a novembre, l’assemblea dei soci del Museo ha bocciato il protocollo d’intesa, cosa che ha costretto anche il Comune, che insieme all’Aci sarebbe stato socio fondatore, a fermarsi.

Il consiglio d’amministrazione

L’Aci però non ha voluto rinunciare all’obiettivo e ha tirato dritto per la sua strada, tant’è che proprio ieri ha dato vita alla Fondazione, di cui per ora è socio unico. Nel consiglio di amministrazione siederanno Enrico Zampedri, che sarà presidente, Franca Boni e Francesco Franceschetti. Il fondo di dotazione al momento è pari a 200mila euro, ma l’Aci è pronto a conferirvi anche il marchio della corsa più bella del mondo («dal valore di circa 13 milioni di euro», dicono in via Ferrari, o addirittura di 40 milioni secondo le stime del Sole 24 Ore) una volta che sarà raccolta l’adesione di altri enti pubblici.

Il Museo

Il Museo Mille Miglia © www.giornaledibrescia.it
Il Museo Mille Miglia © www.giornaledibrescia.it

Per quanto riguarda il Museo di Sant’Eufemia, con il quale il percorso si è bruscamente interrotto, è confermato che «non potrà più usare il marchio Mille Miglia, di cui Aci Brescia è titolare. Ma non per una ripicca per essersi chiamato fuori dalla fondazione a novembre – precisa Bonomi – bensì perché Aci Brescia non è più rappresentato nel Consiglio come avrebbe dovuto essere. È stato necessario tutelare l’ente che presiedo».

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