Fondazione Mille Miglia: tensioni, futuro del Museo e Aci 2026

Fari puntati sulle elezioni Aci del 2026. Perché c’è proprio il rinnovo del consiglio direttivo dell’ente sullo sfondo della querelle attorno alla Fondazione Mille Miglia. Fondazione che, lo ricordiamo, avrebbe il dichiarato intento di radicare ancora di più la corsa alla nostra città, ma che finora non ha visto la luce. Anzi, lo «strappo» tra Aci Brescia, titolare del marchio, e Museo Mille Miglia ha rappresentato una brusca frenata al progetto che coinvolgeva anche il Comune.

Il Museo di Sant’Eufemia, che ieri ha ospitato una conferenza stampa per presentare una mostra, ha provato a tenere la polemica fuori dalla porta: «Lasciateci il tempo di approfondire la questione, tra una decina di giorni daremo le risposte a chi di dovere e soprattutto alla città», si limita a dire il neopresidente, Davide Peli, quando gli viene chiesto di esprimersi in merito. In questa fase ritiene opportuno «che non si facciano boutade, ma che si analizzi a fondo la situazione», anche con i legali. E prosegue: «Siamo in un Museo che può essere valorizzato tantissimo. C’è l’arte, c’è la storia, c’è la voglia di fare». E c’è pure la voglia di mantenere un ruolo nella vita culturale bresciana.
Il nutrito programma di iniziative previste per l’anno in corso sta lì a dimostrarlo. «Il Museo - sottolinea Maria Bussolati, una delle due vice - è uno spazio a servizio della città: ospitiamo tantissime onlus e innumerevoli mostre qui trovano la loro casa. Continueremo con il nostro impegno indipendentemente da quello che succederà». Ossia, a prescindere che il Museo possa continuare a usare o meno il brand Mille Miglia. Su questo punto si sussurra che, dopo lo scambio di accuse e di carte bollate, nelle segrete stanze stiano proseguendo i (tutt’altro che facili) tentativi di mediazione. Staremo a vedere.
Verso le elezioni
Ma intanto lo sguardo si allarga già alle elezioni dell’Aci provinciale, decisive per controllare la Mille Miglia. Alle voci su una sua possibile candidatura alla presidenza in alternativa al gruppo capeggiato da Aldo Bonomi, Giovanna Prandini, attuale vicepresidente del Museo, risponde in modo perentorio: «Io non assumerò alcun incarico né politico né istituzionale. Lo ho già fatto nei primi cinquant’anni della mia vita, non intendo farlo per i prossimi». Un ruolo chiave sul caso-Fondazione lo giocherà sicuramente anche la situazione dell’Aci nazionale. L’attuale numero uno Angelo Sticchi Damiani, da noi contattato, ribadisce la sua posizione favorevole al nuovo organismo: «Cambiano gli uomini, cambiano i presidenti, cambiano le situazioni. Occorre creare le condizioni migliori - osserva - affinché corsa, storia e tradizione siano messe al riparo da ogni contingenza». Ma proprio un eventuale commissariamento dell’ente che presiede (tra una ventina di giorni la decisione a riguardo) potrebbe rappresentare un nuovo ostacolo sulla strada della Fondazione.
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