Migranti, l’assessore Fenaroli: «Brescia accoglie più di 750 persone»

L’assessore ai Servizi sociali ha replicato alla deputata leghista Simona Bordonali in merito al tema dell’accoglienza
L'assessore Marco Fenaroli - Foto Comune di Brescia
L'assessore Marco Fenaroli - Foto Comune di Brescia
AA

Il tema dell’accoglienza dei migranti continua a far discutere. Dopo la risposta della deputata leghista, Simona Bordonali, alla sindaca di Brescia, Laura Castelletti, è intervenuto sul caso «per fare chiarezza e spiegare la situazione a chi parla di cose che non conosce» l’assessore ai Servizi sociali del Comune di Brescia, Marco Fenaroli. «È doveroso replicare a chi parla di accoglienza senza sapere quanto sia impegnativo – ha spiegato in conferenza stampa l’assessore –, in modo particolare perché certe critiche arrivano da chi nemmeno li vorrebbe i migranti».

I numeri

Venendo ai numeri, in modo particolare alle affermazioni di Bordonali che aveva sottolineato che la città di Brescia «è addirittura ultima in Provincia in proporzione alla popolazione residente», Fenaroli ha fornito altri dati. «Per quanto riguarda i Cas, Centri accoglienza straordinaria, in provincia abbiamo 1.729 persone, di queste 237 sono in città, ai quali si aggiungono i 13 da poco arrivati – ha spiegato, fornendo i numeri già evidenziati dalla sindaca e dalla deputata della Lega –. Ma non si possono non contare i 162 migranti accolti nel Sai (Sistema accoglienza integrazione) sui 604 complessivi in provincia, distribuiti in 12 distinti progetti che coinvolgono 45 comuni. A questi si devono aggiungere 90 minori non accompagnati, gestiti direttamente dal Comune, e 64 famiglie (277 persone) entrate in Italia attraverso la rotta balcanica».

Si tratta dei cosiddetti dublinanti, migranti che hanno attraversato l’Italia, in qualche caso si sono rifatti una vita in altri Paesi dell’Unione europea e poi sono finiti impigliati nella rete Eurodac, la banca dati delle impronte digitali, e rispediti indietro.

La proposta

Per l’assessore il sistema dei Cas, gestiti dalla Prefettura, «in questo modo non funziona, perché si basa sulla disponibilità di privati che mettono a disposizione le proprie strutture (come alberghi) e i Comuni spesso non vengono coinvolti. Bisogna puntare maggiormente sui Sai, che coinvolgono direttamente gli enti. Ma è fondamentale collaborare e bisognerebbe farlo attraverso i 12 Ambiti territoriali della Provincia. Ambiti in cui è possibile dialogare e trovare soluzioni condivise per gestire la situazione».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.