Mercato immobiliare, ora si cercano case piccole e green

Case più piccole, efficienti dal punto di vista energetico e adatte a una società che cambia. Nel 75% dei casi chi affitta casa è un single, magari separato, oppure sono coppie senza figli: la quasi totalità, l’86,5% chiede appartamenti piccoli.
Lo spaccato delle tendenze del mercato immobiliare bresciano emerge dallo studio condotto dalla Borsa Immobiliare di Brescia, con il suo gruppo di lavoro composto da esperti del settore, e presentato ieri nell’auditorium di Brixia Forum nel convegno,«Focus 2030. Evoluzione residenziale: il futuro nell’abitare».
Trilocale di nuova costruzione con doppio bagno, cucina separata, terrazzo o giardino e infine box o posto auto. È questo il trend di acquisto o affitto verso il quale il mercato è diretto nei prossimi anni. Addio dunque ai vecchi cari «casermoni»: sempre più apprezzati gli appartamenti in palazzine di poche unità, in classe energetica elevata con un valore di acquisto superiore ai 330mila euro (in crescita rispetto ai 270mila euro di dicembre 2023).
L’indagine tiene conto di scenari politici ed economici instabili, incertezze normative e obiettivi che la Ue ha imposto ai Paesi membri, a partire dalla tanto dibattuta direttiva «Case Green 2030» sull’efficientamento energetico degli immobili. A pesare ci sono i costi di costruzione lievitati, il numero ridotto di immobili disponili per l’affitto (anche perché molti proprietari prediligono la formula delle locazioni brevi), e l’azzeramento del consumo del suolo imposto dalle normative.
Il quadro
L’analisi, aggiornata al primo semestre del 2024, realizzata su un campione di 150 agenzie immobiliari bresciane aderenti a Fiaip e Fimaa registra appunto che sul fronte degli affitti, oltre il 75% è rappresentato da single (47%), single separati (7%) e da coppie senza figli (21,5%). La quasi totalità (l’86,50%) richiede appartamenti piccoli: il 18,50% è alla ricerca di un monolocale, il 35% di un bilocale e il 33% di un trilocale.
Un mancato interesse per gli immobili di medie e grandi dimensioni che si riflette pure nelle compravendite: il 58% delle richieste riguarda bilocali (16%) e trilocali (38%). Resta «vivace» invece la domanda di immobili residenziali con alta classificazione energetica. L’adeguamento degli immobili alla riduzione delle emissioni richiesta dalla Ue influirà sui costi: l’usato resta stabile mentre aumentano i prezzi del nuovo, del 5-8% nell’immediato Hinterland con punte più alte in centro storico e nelle zone più turistiche.
Inoltre l’inflazione ha eroso il potere di acquisto delle famiglie che fanno sempre più fatica a far fronte all’acquisto di una casa o ai mutui, più cari anche a seguito dell’innalzamento di tassi di interesse da parte della Bce. E i numeri parlano chiaro: nel primo trimestre dell’anno, il calo delle compravendite ha raggiunto il 7,2% ma si registra un lieve miglioramento nel secondo trimestre con un +1,2% rispetto al medesimo periodo del 2023.

C’è stata inoltre una significativa riduzione delle erogazioni di mutui anche se il mercato ha proposto per l’acquisto di immobili con classi energetiche premianti, soluzioni a tassi fissi calmierati. Il cambio di rotta della Bce, che negli ultimi mesi ha ridotto per tre volte i tassi di un quarto di punto, spiega Gianbattista Quecchia, presidente del Comitato di Borsa Immobiliare, «dovrebbe rendere più conveniente per le famiglie italiane accedere ai mutui e quindi incentivare la ripresa del mercato immobiliare. Il 2025 potrebbe segnare una fase di riassestamento».
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