Erasmus+ al Lunardi: studenti bresciani campioni di sana alimentazione
Mangiare sano conta. Lo hanno capito gli studenti dell’Istituto Lunardi di Brescia che hanno partecipato l’anno scorso al progetto Eramus+ «VR Nutrition»: un’iniziativa che educa i giovani ad una corretta alimentazione attraverso strumenti digitali e realtà virtuale. Il progetto, finanziato dall’UE e della durata di due anni, si è concluso ieri, in occasione della premiazione dei ragazzi vincitori nella sede della scuola bresciana.
Il progetto
L’iniziativa ha coinvolto istituti di diversi Paesi in una competizione internazionale a squadre. I ragazzi, attraverso visori tecnologici, dovevano comporre pasti sani e equilibrati, scegliendo tra gli ingredienti messi a disposizione. Vinceva la squadra che riusciva a creare tre piatti con una corretta dose di proteine, carboidrati e grassi. «Gli studenti hanno in questo modo sia imparato ad utilizzare i dispositivi tecnologici sia ampliato la propria conoscenza in tema di corretta alimentazione», chiosa Dina Iorizzo, docente e coordinatrice del progetto. Al termine della sfida ogni Paese ha selezionato quattro studenti vincitori.
Oltre al Lunardi di Brescia, hanno partecipato tre istituti internazionali: il Collège du Raizet in Guadalupa, la scuola secondaria Dobri Zhelyazkov in Bulgaria e la Ljupcho Santov in Macedonia del Nord. La competizione si è così svolta nell’ottobre del 2023 in Macedonia, ad aprile del 2024 in Bulgaria, a ottobre del 2024 in Guadalupe e a maggio 2025 in Italia. «Questo aspetto internazionale – continua Iorizzo – ha permesso ai ragazzi di sviluppare le competenze linguistiche e conoscere nuove culture». A sostenere l’iniziativa attraverso corsi di formazione ai docenti sono state tre ONG: la EMA in Bulgaria, la LAG in Macedonia del Nord e la O.E.N.E in Guadaloupe.
I vincitori
Tra i vincitori del team italiano c’è Kamara Sokhna: 16 anni e al terzo anno di superiori del Lunardi che parla di «un’esperienza memorabile, formativa a 360 gradi». Per la giovane di Villa Carcina «imparare attraverso strumenti virtuali è stato molto più interessante e coinvolgente rispetto a una lezione standard. È evidente che la tecnologia, se usata nel modo corretto, possa offrire tanti vantaggi». Sokhna si porta con sé «tanti insegnamenti e nuove amicizie».
Per la sua coetanea, Gaia Perlotti, di Castel Mella la sfida più grande è stata la lingua: «Interagendo con persone che non parlavano l’italiano, ho dovuto parlare in inglese. È stato difficile, ma l’ho perfezionato». La bresciana ha anche migliorato le proprie abitudini alimentari «mangiando meno merendine e più frutta».

«Viviamo in una società in cui la maggior parte del cibo è processato». A parlare è Alberto Cassetti di Odolo. «Questi due anni mi hanno insegnato quanto conta mangiare in modo sano ed equilibrato. Soprattutto ho avuto modo di riflettere sui rischi dei disturbi alimentari come anoressia e bulimia che coinvolgono sempre più giovani».
«Penso che tra i giovani non si parli abbastanza di sana alimentazione», chiosa la più giovane, Meryam Babi, di 15 anni. «La società in primis non aiuta in questo senso: basta vedere come nelle scuole le macchinette vendano solo merendine e prodotti confezionati. La nostra scuola ha riaperto il bar, offrendo così agli studenti cibo fresco e panini».
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