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Luigi Petruzziello scopre (ancora) tre coleotteri e li chiama come i nipoti

Giulia Bonardi
Trovati tra Salerno e Benevento: uno dei tre è una rarità. L’entomologo, che in passato aveva dedicato una nuova specie alla moglie Rosamaria (Lathrobium rosamariae), non ha avuto dubbi di dedicazione, scegliendo i nomi dei suoi nipoti
Altre tre specie nuove di coleotteri scoperte da Petruzziello - © www.giornaledibrescia.it
Altre tre specie nuove di coleotteri scoperte da Petruzziello - © www.giornaledibrescia.it
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Tre nuove specie arricchiscono il contributo di Luigi Petruzziello alla conoscenza della biodiversità. Il «prof-entomologo» ha scoperto, e quindi dato un nome, a tre coleotteri, dedicandone due ai nipoti. Una scelta, questa, rappresentativa «dell’importanza di trasmettere la cultura del rispetto e della tutela verso la biodiversità», spiega.

Le scoperte

Queste due specie sono il Duvalius petrumartinoi e il Lathrobium marianoi, che Petruzziello ha trovato nella stessa cavità, la Grotta dei Briganti in provincia di Benevento, dove aveva già fatto scoperte. Il primo termine del nome indica il genere di appartenenza, mentre il secondo termine le nuove specie di coleotteri e richiama quindi i nomi dei nipoti Martino e Mariano Petruzziello. La terza specie, invece, è il Lathrobium oscum: il nome, in questo caso, «deriva dagli Osci (o Oschi), un popolo italico che ancor prima dei Romani e dei Greci ha popolato la Campania e l’Italia meridionale», spiega Petruzziello che l’ha raccolto nella Miniera di Lignite di Acerno, in provincia di Salerno.

Quanto misurano i coleotteri - © www.giornaledibrescia.it
Quanto misurano i coleotteri - © www.giornaledibrescia.it

In generale, si tratta di insetti minuscoli che vanno dai 5 millimetri (il Duvalius) ai 12-13 millimetri (i Lathrobium). L’ufficialità delle attribuzioni all’insegnante di Remedello è arrivata con la pubblicazione su riviste scientifiche, quali «Il Giornale italiano di Entomologia» e «Onychium» sul quale Petruzziello ha descritto gli esemplari con la collaborazione di Paolo Magrini e Arnaldo Bordoni del Museo di storia naturale dell’Università di Firenze. Queste ultime scoperte si aggiungono ai sei coleotteri e due aracnidi rintracciati negli anni da Petruzziello, una di queste ultime scoperte ha un valore aggiunto: «Dopo circa quindici anni di ricerche nelle cavità campane, finalmente, sono riuscito a raggiungere l’obiettivo che mi ero prefissato e per il quale mi ero dedicato alla biospeleologia: trovare una specie nuova di Duvalius - riferisce il docente di "Esercitazioni di Entomologia" dell’indirizzo agrario dell’Istituto Omnicomprensivo Bonsignori -. Si tratta di un genere di coleottero predatore appartenente alla famiglia dei Carabidi, che al nord comprende specie epigee (che vivono in superficie) e con occhi, mentre in Italia centro-meridionale le specie sono troglobie (che vivono in ambiente cavernicolo) e anoftalme (senza occhi). In Italia centrale si conoscono 24 specie mentre in quella meridionale i Duvalius sono molto rari e le specie conosciute sono appena tre, compresa la mia ultima scoperta. Dal 2022 al 2025, sono riuscito a raccogliere solo 15 esemplari nella Grotta dei Briganti, in provincia di Benevento».

L’entomologo, che in passato aveva dedicato una nuova specie di coleottero anche alla moglie Rosamaria (Lathrobium rosamariae), non ha avuto dubbi di dedicazione: «Il Duvalius petrumartinoi l’ho dedicato al mio nipotino Martino, figlio di mio figlio, che ha compiuto due anni a maggio, con l’auspicio che possa appassionarsi all’entomologia più del nonno - racconta -. Mentre il Lathrobium marianoi l’ho dedicato a mio nipote Mariano, figlio di mia sorella, che adesso è adulto, ma da oltre vent’anni mi accompagna nelle mie ricerche. È fondamentale far conoscere, soprattutto alle nuove generazioni, la natura nella sua integrità, per far nascere in loro la cultura del rispetto e della tutela della biodiversità. Senza biodiversità non c’è vita».

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