Bassa

Scopre una nuova specie di coleottero e lo chiama come la moglie Rosamaria

L’entomologo Luigi Petruzziello lo ha trovato nelle miniere dei Borboni sui monti Picenteni nel Salernitano. Il suo racconto da Remedello
L'entomologo e docente Luigi Petruzziello - Foto © www.giornaledibrescia.it
L'entomologo e docente Luigi Petruzziello - Foto © www.giornaledibrescia.it
AA

Le ricerche dell’appassionato entomologo e docente Luigi Petruzziello hanno condotto all’ennesimo risultato per la conoscenza della biodiversità: Petruzziello, in un luogo ricco di storia del Salernitano, ha scoperto una specie di coleottero nuova alla scienza e ha deciso di dedicarla alla moglie, che non smette mai di sostenerlo.

La nuova specie si chiama, infatti, Lathrobium rosamariae: il primo termine indica il genere di coleottero, mentre il secondo, ossia la specie rosamariae, richiama il nome della moglie di Petruzziello, la signora Rosamaria Piscopo, che in realtà, in paese, è più conosciuta come maestra Rosa, insegnante alle scuole elementari.

La scoperta è stata di recente ufficializzata attraverso la pubblicazione sul Giornale italiano di entomologia, dove l’entomologo ha presentato la specie, descritta con la collaborazione del professor Arnaldo Bordoni. «Questo unico esemplare, maschio, l’ho trovato nel 2021 in un luogo particolare, ubicato sui monti picentini, nel Salernitano - ci spiega Petruzziello, che è originario di Avellino, ma vive da tantissimi anni a Remedello, dove insegna Esercitazioni di Entomologia all’indirizzo agrario dell’Istituto Omnicomprensivo Bonsignori -. Nel dettaglio, l’ho trovato in un’ex miniera: fu il governo dei Borboni a promuovere l’attività estrattiva in questo sito; ciò perché le rocce presenti risultarono ricche di materie organiche e pesci fossili, pertanto si pensò di poter ricavare combustibile fossile. I Borboni credettero in questo progetto estrattivo, tant’è che investirono diverse risorse, anche in ricerche scientifiche.

Icona Newsletter

@I bresciani siamo noi

Brescia la forte, Brescia la ferrea: volti, persone e storie nella Leonessa d’Italia.

L’impresa di ricavare quantità significative di combustibile fossile fu fallimentare, ma gli studi e le ricerche svolte portarono a risultati scientifici sorprendenti. Verso la metà dell’Ottocento, lo scienziato Oronzio Gabriele Costa raccolse e catalogò centinaia di pesci fossili: diverse specie risultarono rare o nuove alla scienza. All’inizio del Novecento, quando ormai le ricerche di fonti energetiche erano state abbandonate, grazie alla chimica Marussia Bakunin, professoressa all’Università di Napoli, i canali estrattivi divennero una piccola industria mineraria da cui, attraverso la distillazione, fu estratto l’ittiolo: un olio ad azione antisettica e disinfettante, utilizzato per circa trent’anni per guarire ferite cutanee. Quando “arrivò” il mercurio-cromo, le miniere furono abbandonate. Quei cunicoli, la cui storia ho voluto descrivere anche nella pubblicazione, sono ricchi di biodiversità».

Tornando alla specie di coleottero scoperta, è attera, ossia priva di ali, e senza vista, perché vivendo in un luogo ristretto e buio non ne ha bisogno. «Ho deciso di dedicare questa scoperta a mia moglie perché la mia passione richiede diverse uscite, soprattutto domenicali, eppure lei si è sempre dimostrata comprensiva e mi ha sempre incoraggiato - spiega Petruzziello -. Dunque la possibilità di proseguire le mie ricerche la devo anche al suo sostegno».

Il Giornale di Brescia, negli scorsi anni, ha divulgato anche i suoi risultati precedenti: complessivamente Petruzziello ha scoperto quattro coleotteri e un ragno nuovi alla scienza. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato